Tredici le frazioni più colpite dal terremoto, inserite nel cronoprogramma della ricostruzione del Comune dell’Aquila come “prioritarie”.
Il 2016 sarà l’anno in cui si dovrà dare un’accelerata alla rinascita dei tanti centri storici dell’Aquila, quella città territorio che paga un forte ritardo nella ricostruzione rispetto al centro storico e alla periferia della città.
L’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di stefano, è fiducioso: questo sarà l’anno, dice, in cui i progetti delle frazioni andranno di pari passo – o quasi – con quelli dell’Aquila. I soldi ci sono, quasi un milione di euro, e i progetti stanno arrivando.
Anche se si potrebbe fare molto di più. Il rallentamento, spiega Di Stefano, è in molti casi da ricondurre alla lentezza e alla superficialità con cui i tecnici consegnano i progetti, che – non completi – vengono rimandati indietro chiedendo delle integrazioni. Sta succedendo, ad esempio,nelle frazioni più colpite e come Onna, San Gregorio, Tempera, Paganica.
All’orizzonte, il rischio spopolamento. Anche se per Di Stefano:
“La città non subirà questo rischio, perché la lista alle iscrizioni anagrafiche sta tenendo”.
Certo, c’è da capire se si tratta di aquilani o di stranieri. Tuttavia lo stesso Di Stefano ricorda che la città sta pagando le conseguenze della norma che ha introdotto “l’abitazione equivalente”: ossia, la norma che prevede che, qualora l’edificio risulti distrutto, al singolo proprietario è riconosciuta la possibilità di acquistare un’abitazione equivalente a quella principale anche fuori dall’area del Comune. Sono attualmente 583 gli appartamenti ceduti con sostituzione edilizia, e finiti a carico del Comune, che non riuscirà a piazzarli con facilità sul mercato.