Era ripartita sotto i migliori auspici nei primi giorni di novembre la trattativa per scongiurare i 17 esuberi dichiarati alla Cementir Sacci di Cagnano Amiterno, il cementificio che dà lavoro a un centinaio di persone.
Tanti sono stati, infatti, a ottobre i lavoratori destinatari di una lettera di licenziamento, un fulmine a ciel sereno dopo l’operazione estiva di acquisizione del cementificio di Cagnano Amiterno da parte della Cementir Italia. Acquisizione che avrebbe dovuto, appunto, salvare 100 posti di lavoro. Nella lettera, firmata dal gruppo che ha rilevato la Sacci di Cagnano, si faceva riferimento alla necessità di ridurre il numero degli stabilimenti in Italia per fare fronte, detto in parole povere, alla crisi dell’edilizia che travolge tutto il comparto. Dopo una serie di proteste e scioperi, a novembre la trattativa con imprenditori e governo era partita sotto i migliori auspici, con il piano di riorganizzazione interna della Cementir andato finalmente in porto.
Nonostante tutto, molti lavoratori sono ancora in attesa di sapere quale sarà il loro futuro. La ricollocazione di una parte dei dipendenti ex Sacci, infatti, è ancora al palo, come denuncia la Filca Cisl dell’Aquila. Dopo due mesi dall’annunciato accordo di ricollocazione dei lavoratori messi in procedura di licenziamento collettivo, in realtà nulla è cambiato e non c’è traccia – denuncia il sindacato – dell’accordo che sarebbe dovuto essere stato sottoscritto dalla Cementir, dal Comune di Cagnano, dalla Regione e dalle organizzazioni sindacali del settore.