Montesilvano: il capriolo ucciso, un’esemplare femmina, da un bracconiere lungo il fiume: l’Associazione Nuovo Saline onlus teme per l’incolumità dei cittadini, ma anche per il maschio e la prole che vagano alla ricerca dell’animale.
Il responsabile tecnico-ambientale dell’associazione Nuovo Saline, Gianluca Milillo, commenta con preoccupazione il ritrovamento della carcassa dell’esemplare di capriolo femmina lungo il fiume, a poca distanza dal ponte dell’autostrada, nel territorio di Montesilvano. Il bracconiere è entrato in azione subito dopo che la stessa associazione aveva pubblicato le immagini del capriolo in vita. Non si esclude un’azione premeditata, dunque, e bisogna sottolineare come la caccia al capriolo sia vietata nella nostra regione. I componenti dell’associazione che svolgono un ruolo prezioso nella tutela e salvaguardia di questa zona, evidenziano come, però, non sia vietata la caccia “in toto” lungo il Saline a discapito non solo degli animali presenti ma anche degli stessi cittadini, visto che i fucili usati dai bracconieri contengono proiettili potenzialmente pericolosi. Insomma, l’associazione lancia un appello alle forze dell’ordine competenti per una maggiore vigilanza del fiume e del territorio limitrofo.
“A meno di 24 ore dalla notizia del suo avvistamento, – scrivono dall’associazione – durante un sopralluogo finalizzato a sistemare delle fototrappole per documentare i suoi spostamenti sul fiume, abbiamo trovato il capriolo morto. Qualcuno gli ha sparato e ha lasciato la carcassa nella vegetazione. Una simile crudeltà è lo specchio di una società crudele, ignorante e insensibile, che alla notizia di un simile avvistamento sfodera le armi e uccide. Montesilvano ha da sempre trasformato il Fiume Saline in un luogo di morte e desolazione, con l’inquinamento, l’indifferenza, il profitto ed ora anche attraverso la morte violenta degli animali. Montesilvano non se lo merita il Fiume Saline e il Saline non merita la sfortuna di scorrere a Montesilvano. Visto questo drammatico epilogo, non pubblicheremo più immagini di fauna che vive sul fiume, per evitare che bestie possano utilizzare queste informazioni a loro profitto o per dar sfogo alla loro barbarie. Le mani sporche di questo sangue non le ha solo la bestia che ha sparato, ma tutte quelle forze di polizia che latitano dal fiume, tutta quella popolazione residente che non denuncia, tutti coloro che con la loro assenza non difendono il territorio dove vivono”.
Il servizio del Tg8