Sciame sismico in Adriatico: parla l’esperto

Sullo sciame sismico in corso a largo delle coste abruzzesi, parla l’esperto: “Adriatico mare poco studiato. No alle piattaforme in zone sismiche. Le scosse potranno proseguire anche nei prossimi giorni.”

Sono state oltre 20 le scosse registrate in Adriatico dall’INGV nelle ultime ore, a largo della costa abruzzese. La prima scossa, di magnitudo 3.9 della scala Richter, si è verificata alle 4.21 della mattina di domenica, seguita da un’altra di magnitudo 4.2. Alle 17.24 di ieri si è verificata la scossa più forte, di magnitudo 4.3 Richter. L’ipocentro è compreso fra 5 e 35 chilometri di profondità mente gli epicentri sono stati localizzati nell’Adriatico centrale, in un’area comunque relativamente distante dalle coste a un centinaio di chilometri da Pescara. La popolazione da Vasto fino a Pescara ha avvertito le scosse più forti. Nessun danno a persone o cose ma cresce la preoccupazione tra i cittadini delle zone costiere, tra l’altro poco avvezzi ai terremoti.

Il professor Francesco Stoppa, vulcanologo e docente dell’Università d’Annunzio, precisa però che l’Adriatico è un mare sismico ed è poco studiato e conosciuto. Stoppa chiarisce che le scosse potranno proseguire anche nei prossimi giorni se non mesi. La sismicità di queste ore si colloca all’interno della cosiddetta microplacca adriatica, un blocco relativamente stabile dal punto di vista geologico, se raffrontato con le aree adiacenti degli Appennini a ovest, le Alpi a nord e le Dinaridi a est. La microplacca adriatica, tuttavia, ha al suo interno della zone di deformazione che possono generare terremoti, anche se meno frequenti e di magnitudo mediamente inferiore alle aree montuose circostanti. Lo studio della crosta terrestre e dei fondali marini avviene attraverso la geofisica, spesso compiuta dalle società pertolifere che non divulgano i risultati grazie al segreto industriale. Anche se dovrebbero, dice Stoppa, soprattutto quando le piattaforme vengono realizzate in zone sismiche. Sull’ipotesi di una scossa di magnitudo più forte, Stoppa chiarisce che in base al potenziale delle faglie e alle dimensioni solo ipotetiche si può ipotizzare una magnitudo credibile di 6 – 6.5 che, vista la distanza dalla costa, non dovrebbe causare danni irreparabili. Ma la natura è imprevedibile, per questo merita rispetto e tutela. Quanto all’attinenza terremoti – piattaforme petrolifere, il docente precisa che il ragionamento dovrebbe essere fatto soprattutto al contrario: cioè non dovrebbero essere realizzate piattaforme in un’area considerata a rischio sismico. Ci sono degli studi, spiega ancora l’esperto, che affermano essere possibile, inoltre, la stimolazione della sismicità da parte di operazioni petrolifere.

Intanto il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Mario Mazzocca, precisa che il Dipartimento nazionale di Protezione Civile non ha comunicato alcun avviso o allerta con le apposite procedure (tsunami). La Protezione civile regionale ha comunque attivato per tempo il proprio servizio di massima reperibilità.

Leggi anche – Terremoto: prosegue sciame sismico in Adriatico

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Antonella Micolitti:

View Comments (1)

  • Approssimato ed impreciso, oltre che tendenzioso.
    Non è corretto dire che le compagnie petrolifere hanno segreti da nascondere relativi ai rilevamenti geosismici effettuati, in Mediterraneo o altrove.
    Qui si trovano tutte le informazioni di tutte le prospezioni effettuate, linea per linea, e ci sono anche le stratigrafie delle perforazioni effettuate.
    Il professore non ci fa affatto una bella figura.

    http:// arcg.is/ 1P5wyj9