E’ in grado di comporre con precisione estrema e nel giro di sole tre ore un ottantesimo del satellite Cosmo-Skymed della seconda generazione, ossia uno degli 80 componenti elettronici dell’antenna attiva del satellite radar di osservazione terrestre promosso dall’Agenzia spaziale italiana e dal ministero della Difesa.
Ossia, quella parte fondamentale per garantire tutte le funzioni radar del satellite di telerilevamento tramite radar. Un robot che non ha bisogno di pause, può lavorare su più turni assiepando componenti elettroniche. Tutto sotto l’occhio – e il cervello – dell’uomo, che deve monitorare, preparare i kit dei circuiti da assiepare, controllare. L’obiettivo è garantire la ripetitività del processo, e la sua qualità e documentare ogni singolo passaggio anche elettronico.
Stiamo parlando del cobot “Cratos”, il robot collaborativo installato nello stabilimento di Thales Alenia Space dell’Aquila esattamente un anno fa e diventato operativo tra luglio e agosto di quest’anno nel sito aquilano che è, così, il primo nell’industria dello spazio a dotarsi di questo importante braccio robotico. Cratos – acronimo che s’ispira al dio greco simbolo del potere – sta già eseguendo la sua prima missione di integrare le componenti elettroniche sulla prima unità di volo di Cosmo-Skymed della seconda generazione, come spiega il responsabile del reparto produzione del sito aquilano, Nello D’Angelo. Un arricchimento per il sito dell’Aquila, in cui lavorano 300 dipendenti e circa un centinaio di collaboratori esterni, altamente specializzati, per lo più aquilani. Proprio all’Aquila Thales Alenia Space ha importanti collaborazioni con l’Università, in particolare con la facoltà di Ingegneria.