C’è un confine preciso tra il gratis e il si paga: ecco un confine territoriale che, nel caso della strada parco tra Pescara e Montesilvano, diventa anche economico.
Curiosa esperienza quella degli automobilisti che parcheggiano sulla cosiddetta strada parco, diversa a seconda che sostino nel tratto di Pescara o in quello di Montesilvano.
Infatti, attraversato il Rubicone, da via Livenza a via Arno, tutto cambia: al di qua la sosta auto si paga, al di là invece è gratis. Niente di strano, ovviamente, visto che Pescara e Montesilvano sono municipalità diverse, e quindi ciascuna amministrazione ha il diritto di scegliere se e quanto far pagare il parcheggio, però l’effetto è bizzarro: dove la sosta è a pagamento c’è la fila, mentre dov’è gratis… non c’è manco un’automobile e la striscia di asfalto continua ad incarnare il sogno dei ciclisti.
Ricapitolando: a partire da viale Muzii e circa fino alle Naiadi la strada parco è di competenza territoriale pescarese, quindi per staccare il tagliando tocca aprire il portamonete. Mentre, procedendo verso nord, nel fine settimana estivo macchine a gogò e sosta free fino a viale Europa. Ma, se è vero che a Pescara il parcheggio sulla strada parco si paga, è anche vero che la promessa del sindaco Masci è stata mantenuta e l’importo è stato ridotto da tre a due euro giornalieri. Dal canto suo, Montesilvano, oltre alla strada parco, offre la possibilità di parcheggiare anche nel piazzale della Stella Maris. La domanda sorge spontanea: trattandosi di due opere nate per altri scopi, sia la strada parco che la Stella Maris, che ne sarà delle automobili quando e se, finalmente, l’aeroplanino e l’ex tracciato ritroveranno la loro vera natura? Un’idea coraggiosa l’ha espressa il sindaco di Montesilvano, Ottavio De Martinis, secondo il quale bisognerebbe invertire le funzioni della strada parco e della riviera, cioè pedonalizzare la seconda e aprire alle auto la prima. Intano il tempo passa, e l’unica cosa che non circola sull’ex tracciato ferroviario è…la filovia.
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Paradosso per due comuni che a seguito del referendum si fonderanno entro un paio d'anni.