Un legame antico quello tra L’Aquila e Amatrice, rinsaldato nell’ultimo anno dal comune destino del terremoto, un destino al quale però ci si deve opporre, lavorando per il futuro, per le comunità e per la rinascita.
Una rinascita che esiste finché c’è l’uomo”, così il sindaco Sergio Pirozzi ha commentato questa mattina le ore successive all’anniversario del terremoto che ha quasi raso al suolo il centro storico di Amatrice.
E’ passato un anno e nonostante i problemi, le macerie ancora da spostare, le casette provvisorie consegnate in minima parte agli sfollati, le attività commerciali in affanno per la fine del turismo – principale fonte di guadagno per uno dei borghi più belli d’Italia – lo stato d’animo è quello della speranza. Una speranza che sta anche in un vicolo, “Vico Amatrice”, che l’associazione civica “Jemo ‘nnanzi” ha voluto dedicare alla città sorella Amatrice. Decisione accolta dalla passata amministrazione, oggi la scopertura della targa, nel giorno successivo alla fiaccolata della memoria.
Pirozzi è intervenuto anche sulla decisione del commissario straordinario Vasco Errani di non restare alla guida della struttura emergenziale: “No ai presidenti di Regione e più poteri ai sindaci, che devono essere sub-commissari” – ha ribadito Pirozzi.