Il comandante della Polizia provinciale di Pescara, Giulio Honorati, indagato nell’inchiesta sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano, interrogato oggi a Pescara dai titolari del procedimento.
Honorati è stato interrogato dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia in merito alle azioni precedenti la valanga che, il 18 gennaio 2017, travolse l’Hotel Rigopiano causando la morte di 29 persone.
“Abbiamo svolto l’attività continua, tutti i giorni, sul territorio della provincia, – ha dichiarato Honorati – come organo di Polizia stradale e come organo di Polizia. Abbiamo quindi svolto tutte le attività che potevamo e dovevamo fare. Il giorno prima della tragedia la strada era transitabile fino all’ora in cui operavano i mezzi spazzaneve tranquillamente, poi sono accadute altre cose”.
Honorati, difeso dagli avvocati Marco Pellegrini e Vincenzo Di Girolamo, ha esposto ai magistrati i ruoli, le competenze e le attività degli uomini della Polizia provinciale. Quanto al “difetto di comunicazione” con la Prefettura, Honorati ha sostenuto che:
“La comunicazione è stata fatta telefonicamente, data l’urgenza meteorologica in atto. La comunicazione c’è stata. – ha concluso Honorati -Abbiamo operato con i miei pochissimi uomini tutti i giorni per il monitoraggio del territorio, in collaborazione con il settore tecnico e viabilità della Provincia”.
E sulle competenze della Polizia provinciale si è soffermato anche l’avvocato Di Girolamo:
“Il fatto che la Polizia provinciale non avesse più competenza in materia di Protezione civile credo che sia un punto fermo della stessa inchiesta. Se poi con l’interrogatorio di oggi siamo riusciti o meno a chiarire tutto, in maniera tale da consentire al comandante Honorati di definire già in questa fase la sua posizione processuale, è ovviamente questione che appureremo nei prossimi giorni”.