Morì cadendo da impalcatura, in un cantiere di Francavilla al Mare a 48 anni, due condanne e due a processo.
Con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo il gup del Tribunale di Chieti Luca De Ninis ha condannato due persone nel processo con il rito abbreviato per la morte di un operaio che cadde da un’impalcatura il 7 gennaio 2015 in un cantiere di Francavilla al Mare, in via Monte Velino, dove erano in corso lavori di ristrutturazione esterna di una palazzina. Altre due persone sono state rinviate a giudizio per lo stesso reato. La vittima, Antonio Criscuolo, 48 enne di Napoli, precipitò da un’altezza di 15 metri. Il giudice ha condannato con il rito abbreviato a 3 anni, 4 mesi e 10 giorni di reclusione Anna Petrongolo, 52 anni, legale rappresentante della ditta affidataria dei lavori, e a 2 anni, 2 mesi e 10 giorni Nico Cascini, 30 anni, preposto per la fase di montaggio dei ponteggi. Dovranno versare inoltre una provvisionale fra 10.000 e 50.000 euro alle numerose parti civili. Sono stati rinviati a giudizio al 25 gennaio 2018 Ivano Di Giovanni, 57 anni, legale rappresentante della ditta esecutrice dei lavori, e Carla Romano, 53 anni, coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori. I quattro sono tutti residenti a Francavilla al Mare. Il pm Giancarlo Ciani aveva chiesto due anni per Petrongolo e Cascini, entrambi assistiti dall’avvocato Stefano Azzariti; Romano è assistita dall’avvocato Paolo Zaccardi e Di Giovanni dall’avvocato Paride Orsini. Secondo l’accusa su tutti i lati dell’edificio fu realizzato un ponteggio metallico prefabbricato privo di perni di collegamento fra i vari montanti e carente all’ultimo piano, dove stava lavorando Criscuolo, di un sistema di ancoraggio e trattenuta dei dispositivi individuali di protezione per cadute dall’alto.