La cultura fa impresa, produce reddito e ricchezza, una ricchezza che non si limita solo a fatturati ed economie, ma anche allo sviluppo sociale dei territori.
Come valorizzare il settore del turismo e della cultura in un paese come l’Italia patria dei beni culturali, ricco di musei e di borghi storici che, soprattutto nell’entroterra, rischiano lo spopolamento?
Sul tema della cultura d’impresa si sono confrontati questa mattina nella conferenza nazionale del settore all’auditorium del parco del castello decine di operatori del settore, esponenti istituzionali e rappresentanti del mondo dell’università e appunto della cultura. Al centro della conferenza la riflessione sul contributo concreto che musei, monumenti, aree archeologiche, spazi dello spettacolo e aree naturalistiche possono dare allo sviluppo del Paese. Occorre una gestione efficace. La conferenza nazionale si è tenuta a L’Aquila, luogo simbolo di una regione colpita al cuore da drammatiche calamità naturali. Non solo il terremoto del 2009 ma anche quello del 2016 e poi il maltempo che l’inverno scorso ha piegato decine di Comuni in tutte e quattro le province abruzzesi. L’Aquila e l’Abruzzo come simbolo di una rinascita, così ha detto il sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali e del turismo Antimo Cesaro.
Un appuntamento nazionale per parlare di cultura e di impresa e di come i due settori possano e debbano dialogare e collaborare per far sì che le risorse culturali siano un’occasione di sviluppo per l’intero Paese. La conferenza è promossa da Federculture, Agis, Alleanza delle cooperative italiane turismo e Beni culturali e Forum nazionale del terzo settore le associazioni nazionali che rappresentano le quasi 3mila aziende culturali, le imprese di spettacolo, le cooperative attive nella cultura e nel turismo e il mondo del no profit culturale.
Un sistema culturale che rappresenta un parte rilevante della più ampia “filiera” costituita dal complesso delle imprese culturali e creative. Attraverso la conferenza i promotori si propongono come interlocutori privilegiati di governo, istituzioni e decisori pubblici sulle politiche culturali del paese avanzando proposte per superare le tante criticità che ancora frenano un pieno sviluppo del settore. L’obiettivo è, dunque, attivare una interlocuzione con il Paese e con i decisori politici, a tutti i livelli, in merito al ruolo dell’impresa culturale e alla sua rilevanza nel creare valore sociale ed economico per la collettività e di porre le condizioni per lo sviluppo dei territori. All’Aquila, inoltre, verrà lanciata l’idea della scuola di governo per lo sviluppo locale a base culturale volta ad affiancare amministratori e operatori nella progettazione di politiche integrate in cui la cultura sia la piattaforma strategica per rilanciare la crescita a livello locale.
E proprio dai territori emergono le buone pratiche di impresa culturale insignite con il Premio cultura di gestione che riconosce in questa edizione a sei realtà – Fondazione Aquileia, Ecomuseo Valle d’Aso, Fondazione Museo egizio di Torino, Teatri di Bari, Cooperativa “Anonimo impresa sociale” e Teatro stabile d’Abruzzo – il merito di aver saputo generare, attraverso modelli gestionali innovativi e sostenibili, un impulso in termini di incremento e miglioramento dell’offerta di beni e attività culturali, della loro produzione e della loro fruizione pubblica.