Operazione dei Nas in tutta Italia per ispezionare le strutture assistenziali per anziani: in Abruzzo i Carabinieri di Pescara rilevano irregolarità in due complessi con ospiti abbandonati e positività al Covid non comunicate tempestivamente alla Asl.
Sono in tutto 1.848 le strutture sanitarie e socio-assistenziali (Residenze Sanitarie Assistite e di lungodegenza, case di riposo e comunità alloggio) ispezionate in tutta Italia dai 38 Nas (nuclei antisofisticazioni e sanità) del Comando Carabinieri per la tutela della salute sull’intero territorio nazionale, in concomitanza con il periodo delle festività natalizie e fino al 6 gennaio, d’intesa con il Ministro della salute, rilevando
irregolarità presso 281 strutture, pari al 15% delle ispezioni effettuate.
L’intensificazione dei controlli da parte dei Carabinieri Nas è stato finalizzato ad assicurare la corretta erogazione dei servizi di cura e assistenza a tutela delle persone indifese. Infatti proprio nel periodo delle festività si rileva un aumento della domanda di ospitalità di persone anziane presso strutture ricettive, a cui non sempre corrisponde il mantenimento del livello assistenziale, sia in termini di numero di operatori, anche connesso con il godimento di ferie in concomitanza del periodo festivo, che di qualità del servizio fornito. Il possibile decadimento assistenziale può inoltre ripercuotersi anche sulla corretta attuazione delle misure di prevenzione del Covid, con gravi conseguenze sull’incolumità di soggetti particolarmente vulnerabili per età e stato di salute.
Complessivamente le verifiche hanno portato alla contestazione di 109 violazioni penali e 373 amministrative, con l’applicazione di sanzioni per un valore di 111 mila euro; all’autorità giudiziaria sono state inoltre deferite 83 persone e segnalate ulteriori 287 alle autorità amministrative.
Le irregolarità più gravi emerse nel corso dei controlli sono rappresentate da condotte riconducibili a:
– assenza o carente attuazione di protocolli interni per la prevenzione anticovid e mancata gestione e comunicazione all’autorità sanitaria dei casi di positività, confluite anche in contestazione del reato di diffusione colposa di epidemia in situazioni nelle quali la maggioranza di ospiti e operatori delle strutture è risultata positiva al virus SARS-Co-2;
– episodi di maltrattamento e di abbandono di persone impossibilitate ad accudirsi autonomamente.
Ulteriori frequenti irregolarità hanno interessato:
– carenze strutturali e igieniche dei locali, a volte associate a strutture totalmente abusive;
– inadeguato livello di assistenza fornito agli ospiti, per presenza di operatori privi di qualifica professionale e in numero insufficiente, nonché mancanza di programmi riabilitativi e di mantenimento motorio;
– sovraffollamento di anziani rispetto ai posti previsti e al personale presente;
– carenze nella somministrazione dei pasti e dei farmaci, mal conservati e/o scaduti di validità.
In particolare, 143 violazioni hanno riguardato le misure di contenimento alla diffusione da Covid 19, pari al 38% delle irregolarità complessivamente riscontrate, come il mancato uso di dispositivi di protezione da parte degli operatori e la loro corretta formazione alla mancata individuazione di percorsi e aree dedicati, la programmazione delle fasi di pulizia e sanificazione.
Sono state 18 le strutture che, a causa di criticità particolarmente gravi o per lo stato di abusivismo in cui operavano, sono state oggetto di provvedimenti di sospensione e/o chiusura dell’attività assistenziale, il cui valore economico ammonta a oltre 11 milioni di euro. Gli interventi di cessazione delle attività irregolari hanno determinato il conseguente ricollocamento degli anziani ospiti presso le abitazioni dei propri familiari o il trasferimento in altre strutture idonee.
Nello specifico i Nas di Pescara hanno condotto accertamenti presso due strutture assistenziali in Abruzzo, evidenziando gravi violazioni commesse dai gestori, anche riconducibili all’abbandono a se stesse di persone bisognose di assistenza, e l’aver favorito, per colpa, il contagio del Covid 19, determinando il decesso di diverse persone anziane, peraltro ospitate in numero superiore a quello consentito.
In uno dei due interventi è stata rilevata l’omessa comunicazione alla Asl circa alcuni casi di positività al test diagnostico per il Covid 19, che avrebbe ulteriormente contribuito all’estensione del contagio di tutti i 20 ospiti presenti e di 8 dipendenti su 12.