Dove una volta c’erano bambini che giocavano, disegnavano, ridevano, oggi ci sono piante, cespugli, erbacce, sporcizia. L’asilo Don Bosco di via Duca degli Abruzzi è un esempio di quello che il terremoto si è lasciato dietro di sé: incuria e abbandono.
Anche di edifici in fin dei conti sani, perché nel contesto di un intero centro storico da ricostruire non è facile dettare le priorità; e così un gruppo di ventenni che all’epoca del sisma erano poco più che ragazzini, si sono seduti a tavolino e hanno realizzato un progetto di riqualificazione di quello che era uno degli asili più all’avanguardia dell’Aquila prima del terremoto.
L’obiettivo dell’associazione “Giovine L’Aquila” è fare in modo che per i giovani come loro ci sia un punto di aggregazione nel centro storico di una città che ancora oggi soffre le conseguenze della disgregazione sociale post-sisma.
Aule ludiche, sale studio, laboratori multimediali, un bar, un’aula per le conferenze e per i concerti: c’è questo e tanto altro nel progetto “Memo”, Menti in movimento.
Ma per riqualificare, tinteggiare, acquistare mobili e computer, occorrono almeno 50mila, come fare? Dal 19 giugno partirà una campagna di crowdfunding alla quale tutti posso partecipare: semplici cittadini, imprese, istituzioni.
“L’asilo Don Bosco diventerà uno spazio culturale polifunzionale, che andrebbe a rigenerare un intero quartiere attraverso l’utenza giovanile – spiegano Federico Vittorini e Stefano Vecchioli dell’associazione “Giovine L’Aquila” – giovando alla città intera. Le enormi potenzialità che la struttura individuata dalla nostra associazione offre, hanno fatto sì che in noi nascesse la voglia di proporre un progetto che aiutasse una parziale rinascita, dal momento che siamo convinti che attraverso il continuo movimento delle menti e la circolazione dinamica delle idee innovative possa concretizzarsi la ricostruzione di una grande città, quale era L’Aquila prima del terremoto”.