Sottopagati e maltrattati, così si definiscono i vigili del fuoco che hanno avviato una mobilitazione capillare a livello nazionale per sottoporre al governo le condizioni spesso difficili e precarie in cui lavorano.
“Ci chiamano gli angeli del terremoto – dice il segretario provinciale del Conapo, Elio D’Annibale – ma non abbiamo ancora una sede”. Il riferimento è alla caserma dei vigili del fuoco che all’Aquila ancora non è stata ricostruita dopo sette anni dal terremoto.
Un paradosso per gli uomini che nel post-sisma hanno messo in pericolo anche le loro vite per salvare quelle dei terremotati seppelliti dalle macerie o per recuperare i loro beni in case a rischio crollo. Questo è soltanto uno degli aspetti evidenziati da D’Annibale, che è stato ricevuto in prefettura dove ha consegnato una lettera che dovrà essere ora portata all’attenzione del governo. Un’azione messa in campo in tutto il Paese: le prefetture d’Italia dunque si faranno portavoce verso il governo del malessere dei Vigili del Fuoco dovuto al “trattamento” – dicono – che ricevono dallo Stato. Uno dei problemi ormai annosi, come spiega D’Annibale, è la paga, di molto inferiore rispetto a quella delle altre forze dell’ordine.
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