Covid Abruzzo: ospite della trasmissione Pronto Medicina Facile, il professor Vecchiet parla di varianti e vaccini. «Bene gli screening, ma non siano un lasciapassare per irresponsabili».
Ospite della trasmissione Pronto Medicina facile, curata e condotta da Paolo Castignani in collaborazione con Gigliola Edmondo, in onda ieri in prima serata su Rete8, Jacopo Vecchiet, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti e professore ordinario dell’Università d’Annunzio, ha analizzato il quadro attuale dell’emergenza sanitaria, parlando di varianti e vaccini e dell’andamento epidemiologico in crescita in questi giorni.
«Da qualche giorno abbiamo notato che c’è un flusso costante di pazienti che arrivano al Pronto soccorso, anche se per fortuna non tutti hanno bisogno dell’ospedalizzazione», ha dichiarato il professor Jacopo Vecchiet. «I numeri non vanno mai osservati in termini assoluti, ma in termini comparativi, quindi credo che prima di avere un’idea chiara, dovremmo vedere in un periodo un po’ più ampio se effettivamente il virus sta riprendendo la sua circolazione o se siamo in una di quelle fasi altalenanti che abbiamo già visto e in cui ci si contagia di più.
La famiglia è un punto critico della catena del contagio, perché tutte quelle misure di protezione individuale che applichiamo quotidianamente, in famiglia ovviamente vengono meno. Paradossalmente quindi la famiglia è diventata il punto di debolezza, soprattutto perché è qui che si incrociano diverse fasce di età.»
Altra riflessione emersa nel corso della trasmissione è quella sulle varianti al virus e sul rischio che possano invalidare l’efficacia dei vaccini.
«Questo è il grosso dilemma», ha aggiunto il professor Vecchiet. «Per la variante inglese non sembra porsi il problema, mentre la variante brasiliana potrebbe essere considerata un punto critico, nel senso che è tale e tanta la differenza nella struttura, che potrebbe eludere il vaccino, anche secondo quanto emerso da uno studio cinese. Tuttavia parliamo ancora di teorie. In laboratorio si potrebbe essere in grado anche di inserire il frammento di RNA che comprende la variante, aggirando il problema. Ma si tratta comunque di studi in corso.»
Come giudica tutti questi screening a tappeto che vengono fatti in tanti comuni?
«Sono favorevole a tutte le iniziative che possono portare all’emersione del sommerso e quindi degli asintomatici, soprattutto perché in tutte le malattie infettive è proprio il sommerso ciò che tiene alta la diffusione del virus. Quello che però vorrei che venisse ben compreso è che fare un tampone e ricevere la notizia che il risultato è negativo non è un lasciapassare per comportarsi come si vuole, pensando di essere liberi dal rischio. In questo momento storico infatti dobbiamo assolutamente avere un grandissimo senso di responsabilità e comportarci con le misure che ben conosciamo per limitare la circolazione del virus.»