Dopo tre chiusure, il gip del Tribunale di Lanciano dispone il sequestro del ristorante che ha aderito a #ioapro. Serrapica: «Continuo la battaglia, voglio essere arrestato».
Non sono bastati i tre provvedimenti di chiusura (prima di due giorni, poi di cinque e infine di trenta, quest’ultimo disposto il 28 gennaio scorso dal prefetto di Chieti per inosservanza dei due precedenti) e neppure il sequestro preventivo del locale, disposto dal gip del Tribunale di Lanciano (Chieti), Massimo Canosa: Massimiliano Serrapica, titolare del ristorante attenzionato dalla magistratura per inosservanza al Dpcm che regolamenta il settore della ristorazione durante l’emergenza sanitaria, ha infatti annunciato che continuerà la sua disobbedienza civile in adesione al cartello #ioapro, che contesta in tutta Italia la disposizione del citato Dpcm.
«Riapro lo stesso e voglio essere arrestato», ha commentato Massimiliano Serrapica, che è già stato denunciato. «Sarò il primo ristoratore a finire in galera per difendere il suo diritto a lavorare.»
Il gip ha motivato il provvedimento di sequestro, chiesto dalla Procura di Lanciano, con la violazione delle norme sanitarie anticovid contenute nel Dpcm. I sigilli al locale sono stati apposti oggi, mercoledì 3 febbraio 2021, dagli agenti del Commissariato, diretti dalla dirigente Lucia D’Agostino.
Nonostante i divieti del Dpcm, il ristorante è infatti rimasto aperto, ospitando regolarmente i clienti che hanno voluto dimostrare solidarietà al ristoratore. Nei giorni scorsi nel locale è stato festeggiato anche un ristretto pranzo di nozze e diversi avventori sono giunti dalle Marche e dal Teramano.
«Continuerò la mia battaglia», ha concluso Serrapica, che tramite i suoi legali ha annunciato ricorso contro i provvedimenti a suo carico.