Il segretario di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, solleva perplessità sul coro mediatico-politico di esaltazione di Mario Draghi: «Ridicolo che venga presentato come benefattore dell’umanità.»
«Non ci uniamo al coro politico-mediatico di esaltazione di Mario Draghi. Si tratta di un film già visto con Monti nel 2012 con conseguenze nefaste per milioni di italiane/i», si lege in una nota a firma di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, e Corrado Di Sante, segretario provinciale Federazione di Pescara.
“Draghi non è né Garibaldi, né Pertini, né Caffè. Quali sarebbero le imprese di cui dovremmo ringraziare questo Superman?
La troika? La svendita del patrimonio e dell’industria pubblica sul panfilo Britannia? Le privatizzazioni?
Lo strangolamento della Grecia di Tsipras quando chiuse i rubinetti alle banche greche per costringere un governo di sinistra ad accettare un memorandum bocciato da un intero popolo?
Le letterine con cui ha raccomandato all’Italia di tagliare la sanità e la scuola, di precarizzare il lavoro e abolire l’articolo 18, di fare la legge Fornero?
Lo ricordiamo come il banchiere centrale che, dopo aver lavorato per Goldman Sachs come Monti, ha sostenuto l’austerity neoliberista dicendo che l’Europa non può permettersi il suo stato sociale.
Ridicolo che Draghi venga presentato come benefattore dell’umanità.
Draghi è uno dei più intelligenti e preparati funzionari del capitalismo finanziarizzato globale. Che gli si consegnino le chiavi della Repubblica è la dimostrazione ancora una volta che i partiti di centrosinistra e centrodestra sono allineati al “pilota automatico” della governance europea più che alla difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Per affrontare la crisi sanitaria, economica e sociale è necessaria una svolta nelle politiche economiche di cui Draghi è stato uno dei principali responsabili.»
Il servizio del Tg8