Pescara, il wedding scende in piazza: «Noi dimenticati da un anno»

In piazza Salotto a Pescara il settore del wedding scende in piazza: fermo ormai da un anno, chiede risposte al Governo e calendarizza la protesta in piazza il 26 di ogni mese.

Partito in Abruzzo, quasi in contempora al Friuli Venezia Giulia, per poi allargarsi rapidamente in tutte le regioni italiane, l’appello “Insieme per il wedding” è una proposta indirizzata al Governo da tutti gli imprenditori del comparto, senza cappelli partitici, al quale stanno aderendo numerose associazioni, federazioni, futuri sposi e quanti solidarizzano con un comparto in gravissima difficoltà.

A partire da oggi, 26 febbraio 2021, e il giorno 26 di ogni mese, il wedding scenderà in piazza finché non arriveranno risposte concrete dal Governo.

Quello del wedding è uno tra i comparti più colpiti dalla crisi collegata all’emergenza da Covid: l’immediata chiusura di tutto ciò che generava assembramento e/o raggruppamento di persone e il successivo restringimento numerico di presenze (per i matrimoni) ha infatti bloccato le celebrazioni per il 90%.

Nel 2019 in Italia si sono svolti oltre 360.000 eventi privati di medie e grandi dimensioni (cioè con almeno 40 partecipanti), ma con la pandemia in atto i numeri sono precipitati. Il comparto wedding/cerimonie si compone di 90.000 imprese e partite IVA connesse alla filiera, per un totale di 1 milione di lavoratrici e lavoratori stabili (assunti stabilmente) e oltre 150.000 lavoratori stagionali durante i mesi più richiesti, nei quali si celebrano più cerimonie (da metà primavera a inizio autunno).
Si tratta di una filiera estremamente professionale e interamente italiana che ha un valore, nel suo indotto primario, di oltre 15 miliardi di euro e nel suo indotto globale di oltre 25 miliardi di euro.

Se in passato gli eventi erano principalmente svolti per clienti italiani, negli ultimi anni è cresciuta molto anche la capacità del settore di attrarre il mondo del Destination Event internazionale, ovvero eventi svolti in Italia da clienti stranieri di alta e altissima fascia. Sempre nel 2019 sono stati circa 10.000 i Destination Event realizzati da clienti privati, che hanno attratto in Italia 1,5 mln di presenze, senza contare il turismo nazionale. Si tratta di eventi/matrimoni di imprenditori, personaggi dello sport e dello spettacolo che, oltre a portare in Italia migliaia di persone, producono anche un grosso ritorno sui social e sulla stampa come beneficio di ritorno anche per il Made in Italy e per il turismo.

Nell’ultimo decennio è anche cresciuta la sofisticazione del prodotto complessivo e della filiera che lo supporta, accrescendone di molto la professionalità. Il comparto wedding/cerimonie/event è uno dei pochi che supporta il prodotto Made in Italy e dunque il manifatturiero italiano.

Ora l’emergenza sanitaria evidenzia un’elevata incertezza sulle tempistiche di ripresa, dovuta a diversi aspetti:
• gli operatori di questa filiera riprenderanno a fatturare soltanto non prima di otto/dodici mesi dalla conclusione della fase emergenziale. L’organizzazione di una cerimonia implica tempi lunghissimi;
• una parte della popolazione, e quindi delle coppie interessate a contrarre matrimonio, civile o religioso, sta subendo una contrazione consistente del reddito disponibilee;
• la percezione dei rischi di contagio e l’incertezza sull’evoluzione portano larga parte della popolazione quantomeno a rinviare la celebrazione di matrimoni e ora anche ad annullarlii;
• le misure di contenimento del contagio che si sono via via succedute hanno determinato limitazioni incompatibili con la celebrazione dei matrimoni e di altre ricorrenze e cerimonie.

Come tutti i comparti turistico/ristorativi e alberghieri, e ancor più per le specificità proprie del wedding, il settore ha subito una perdita senza precedenti, che il comparto non è in grado né di sopportare né di assorbire. Migliaia di aziende hanno già dichiarato la liquidazione o hanno iniziato le procedure fallimentari e migliaia di nuovi fallimenti sono attesi nei prossimi mesi. Questi fallimenti non riguardano unicamente le singole aziende con relativi dipendenti (circa l’80% delle persone occupate nella filiera sono donne), ma l’intera filiera con fornitori consolidati.

Il comparto lamenta che i vari provvedimenti nazionali, che hanno introdotto ristori e altre misure di sostegno economico e finanziario a favore degli operatori economici maggiormente colpiti dall’emergenza e dalle misure di contenimento, non hanno incluso gli operatori del settore wedding/cerimonie/event tra i beneficiari.

Da qui le richieste di sostegno al settore:
A1. il riconoscimento di un contributo a fondo perduto di importo pari – ad esempio – al 40% della diminuzione di fatturato;
A2. il riconoscimento di un credito d’imposta – ad esempio pari al 70% – commisurato alle spese sostenute, distintamente, nel corso del 2021 e del 2022, per la partecipazione ad eventi fieristici di settore;
A3. l’introduzione di un’esenzione temporanea dall’IMU, dalla TARI e dall’IRES per due annualità oppure – in alternativa – di uno sgravio non inferiore al 70% delle suddette imposte, sempre per due annualità;
A4. l’erogazione di prestiti bancari, fino ad un importo corrispondente al fatturato del 2019 assistiti da una garanzia statale del 100%, di durata compresa tra i 15 e i 20 anni, a tasso zero;
A5. un contributo nazionale finalizzato a sostenere la realizzazione e la promozione di eventi fieristici di settore sia regionali che nazionali nel corso del 2021 e 2022;
A6. un contributo nazionale a fondo perso pari al 50% volto a garantire la partecipazione ad eventi fieristici italiani ed esteri senza limitazione di numero per gli anni 2021, 2022, 2023;
A7. finanziamenti stanziati con la copertura totale dei costi per la realizzazione di incontri di business tra operatori internazionali selezionati e con presenze di gruppo a fiere internazionali estere dedicate al settore;
A8. una linea di contributo individuale a fondo perduto* per ogni impresa per le possibili attività digitali;
A9. una linea di contributo collettivo per comparto in collaborazione con istituzioni e partner pubblico privato per la creazione di un portale web estero comune e relativi profili social di comparto;
A10. prolungamento delle misure CIG e FIS fino alla ripresa dell’attività operativa prevista non prima di giugno 2022;
A11. un’ulteriore moratoria di tutti i mutui fino a giugno 2022 con quota interessi per il primo semestre dell’anno 2022 coperta all’80% anzichè il 50%.

Per gli sposi:
B1. il riconoscimento a favore degli sposi, per i matrimoni, civili o religiosi, celebrati nel corso del 2021 e del 2022, di un “Bonus Matrimoni” pari al 60% delle spese documentate;
B2. per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, il riconoscimento di un contributo forfettario a fondo perduto, di importo pari a € 5.000,00, per ciascuno degli sposi di nazionalità straniera e non residenti in Italia, nel caso in cui la celebrazione del matrimonio, civile o religioso, abbia luogo sul territorio italiano.

ENTRO IL 15 MARZO RISPOSTA CERTA
Intervento normativo (nazionale e/o regionale) immediato a sostegno del settore del wedding: una data certa di apertura dei matrimoni da comunicarsi entro e non oltre il 15 marzo 2021 pena il fallimento del 50/80 percento delle aziende del comparto. Le coppie che dall’anno scorso hanno spostato la cerimonia al 2021stanno ora chiedendo agli operatori certezze, gli operatori non sono in grado di dargliele e già i matrimoni di maggio sono stati in buona parte nuovamente rinviati e in molti casi disdetti con richiesta del rientro delle somme anticipate a caparra. Gli sposi in molti casi stanchi della situazione rinunciano al matrimonio per sempre e questo ha una ripercussione gravissima sul comparto. Il comparto chiede la riapertura certa dal 1 di giugno 2021. Il numero massimo di partecipanti (sposi e invitati) sarà accettato a 150 persone, ovviamente in spazi di ospitalità adeguati, parametrandoli a quelli imposti alla ristorazione. Si deve considerare che sono aperti i ristoranti, le messe, i bar, i viaggi in aereo low cost dove spesso non si fanno neanche le rilevazioni salivari. I partcipanti ad un matrimonio sono tutte persone tracciabili, persone legate affettivamente ove il senso di responsabilità possa essere considerato sicuramente prevalente rispetto ai contesti sopracitati ove si è vicini a persone estranee e sicuramente non tracciabili. Gli obblighi dei sposi dovranno attenersi all’osservanza delle disposizioni governative anti Covid.
• Gli sposi o il festeggiato/i (nel caso di altre tipologie di feste minori) saranno obbligati a fornire al gestore della struttura la lista completa degli invitati alla festa almeno 3 giorni prima dell’evento. Questa lista deve riportare numero del tavolo assegnato, nome, cognome, codice fiscale e numero di telefono di ogni invitato. La lista deve essere conservata a cura degli Sposi (o festeggiati) e del gestore per almeno 14 giorni seguenti all’evento e consegnata su richiesta a tutti gli enti pubblici e di controllo che la richiedono.
Nel caso in cui la regione o l’area dovesse tornare in zona rossa si prevede l’obbligo di tampone salivare.

Il servizio del Tg8

Anna Di Giorgio: