Il Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri scrive ai Ministri “Azzurri” Gelmini, Carfagna e Brunetta per chiedere la revisione del Decreto Legge Sostegni per il comparto sciistico.
“Il Decreto Legge Sostegni non è adeguato alle esigenze del comparto sciistico abruzzese e va immediatamente rivisto. Quel provvedimento normativo che dovrebbe rappresentare la boccata d’ossigeno per i Comuni montani, per le imprese che gestiscono le stazioni sciistiche e i professionisti del settore, come i maestri di sci, rischia di penalizzare la nostra regione, che si vedrebbe assegnare appena l’1,50 per cento delle risorse, ovvero a malapena 10milioni di euro su un tesoretto disponibile di 700milioni di euro”.
Si legge nella lettera inviata dal Presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri inviata ai Ministri di Forza Italia. Un provvedimento si legge ancora nella missiva che secondo il Presidente del Consiglio, si traduce in:
“briciole per imprese, lavoratori, attività, una coperta troppo corta che potrebbe determinare la chiusura per centinaia di operatori. Riteniamo quel Decreto inaccettabile così com’è stato messo in cantiere e oggi ho lanciato un appello istituzionale ai Ministri azzurri Brunetta, Carfagna, Gelmini e al viceministro Pichetto Fratin affinchè Forza Italia garantisca che il Governo Draghi riveda con tempestività i criteri di ripartizione del fondo”.
Ha aggiunto ancora il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri rendendo nota la lettera inviata al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, al Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna, al Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e al Viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin.
“Non c’è dubbio che il comparto della montagna e del turismo sciistico invernale sia uno dei settori più profondamente e pesantemente penalizzati dall’emergenza Covid-19, anzi – ha affermato nella nota il Presidente Sospiri – è un settore che ormai dal febbraio-marzo 2020 a oggi, dunque da un anno esatto, è completamente paralizzato. Fermi gli impianti, ferme le categorie professionali, ferme le strutture ricettive e tutto l’indotto che ovviamente ruota attorno al mondo dello sci amatoriale e turistico, dunque non strettamente connesso all’attività agonistica. Purtroppo, dopo un’attenta lettura e disamina del Decreto Legge Sostegni, ho dovuto constatare che il provvedimento normativo è completamente inadeguato e inefficace per supportare in maniera incisiva il comparto economico montano, anzi i criteri individuati per l’assegnazione dei fondi rischiano di penalizzare in maniera inaccettabile l’Abruzzo che è indubbiamente la più grande regione del centrosud che ha una vocazione turistico-montana chiara ed evidente. Scendo nel dettaglio: il comma 1 dell’art.2 del D.L. Sostegni prevede l’erogazione di 700 milioni di euro a favore delle ‘attività di impresa di vendita di beni o servizi al pubblico dei Comuni con vocazione montana appartenenti a Comprensori sciistici’. In questo caso specifico il problema deriva dall’interpretazione della dicitura ‘Comprensorio sciistico’ che non è specificata in alcun testo legislativo.
E ovviamente tale genericità potrebbe cambiare completamente il risultato nella ripartizione del fondo. Per tale ragione risulta fondamentale che venga chiarito in maniera inequivocabile se per ‘comprensorio sciistico’ si intende l’insieme di due o più stazioni, ad esempio considerando un’unica entità il Comprensorio Alto Sangro-Roccaraso-Rivisondoli-Pescocostanzo, per quanto riguarda l’Abruzzo; oppure se si intende l’insieme delle piste appartenenti a una sola stazione sciistica e in tal caso in Abruzzo avremmo ben 10 Comprensori sciistici; o infine se si intende l’insieme del comune che ospita la Stazione sciistica e dei comuni montani limitrofi. Sempre il comma 1 stabilisce poi che la prima ripartizione del fondo avvenga a favore delle regioni attraverso il conteggio delle presenze turistiche 2019 realizzate nei comuni con vocazione montana di categoria E (Comuni con vocazione montana) e H (Comuni con vocazione montana e con vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica), secondo quanto previsto dalle tabelle Istat in un recente studio denominato ‘Classificazione turistiche dei comuni’.
Ora, tenendo conto di tale parametro, secondo una prima proiezione, l’Abruzzo si vedrebbe assegnare appena l’1,50 per cento delle risorse, ovvero poco più di 10milioni di euro. E, sempre secondo le previsioni della suddetta Tabella Istat, addirittura Comuni come Rapino o Pretoro, che pure accolgono le stazioni sciistiche della Maiella, non riceverebbero alcuna dotazione, perché sono state inserite nella categoria B-Comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica non finanziati, quindi sarebbero fuori gioco. Infine – ha proseguito il Presidente Sospiri – il comma 2 del testo legislativo detta le modalità di distribuzione dell’importo di circa 10milioni di euro in favore delle attività dei comuni, anche in questo caso lasciando molto spazio alla creatività, senza fornire un metodo chiaro. Infatti, si afferma che il 70 per cento delle risorse vanno distribuite in funzione degli skipass venduti, ma senza specificare a chi siano destinati i fondi e in che misura; poi si assegna la rimanente quota del 30 per cento a ‘tutte le attività presenti nei comuni appartenenti alle categorie E e H, ai maestri di sci e alle scuole di sci, in funzione del proprio fatturato 2017-2019’.
In questo caso le esigue risorse rimaste, circa 3milioni di euro, una volta suddivise tra le migliaia di attività presenti, molte delle quali operanti nel capoluogo di regione L’Aquila, anch’esso riconosciuto come ‘comune a vocazione montana’, si tradurrebbero in briciole assolutamente inadeguate e insufficienti per garantire la minima sopravvivenza del polmone economico dell’Abruzzo interno e montano. È dunque di tutta evidenza che il Decreto Sostegni vada rapidamente rivisto, riletto, riformulato – ha ribadito il Presidente Sospiri -, precisando meglio i criteri che vanno calati nelle realtà territoriali e non possono certamente tener conto di una Tabella Istat chiaramente, in questo caso, fuorviante e troppo generica rispetto alle effettive condizioni territoriali. L’Abruzzo e le sue attività montane, che hanno rigorosamente rispettato tutte le limitazioni e prescrizioni anti-Covid-19, non possono oggi pagare lo scotto dell’assenza di un sostegno concreto che rischia di minare le fondamenta del nostro indotto e impedire la ripartenza della nostra regione”.