6 aprile 2009-6 aprile 2025: nessuno dimentica. Foto, ricordi e dolore dalla notte più lunga

La memoria di ogni abruzzese è ancora viva su quella notte che ha segnato per sempre L’Aquila e la sua gente. Erano le 3.32 quando un terremoto di magnitudo 5,9 sulla Scala Richter devasta la provincia dell’Aquila. Il centro del capoluogo abruzzese è ridotto ad un cumulo di macerie. 309 i morti, 1.600 i feriti, oltre 70mila gli sfollati.

La scossa, che arriva al termine di uno sciame sismico prolungato, iniziato nel dicembre nel 2008, fa danni anche nelle altre province abruzzesi. I morti saranno 309, circa 70.000 gli sfollati. Il governo decide di spostare a L’Aquila il G8 previsto per il luglio successivo alla Maddalena. Tutto il mondo, attraverso le telecamere dei media, scopre l’incubo che si è abbattuto sui cittadini abruzzesi. Innumerevoli inchieste (ancora aperte) e polemiche faranno seguito alla tragedia.

Una scossa di magnitudo stimata Mw 6.1 (Bollettino Sismico Italiano, BSI), magnitudo stimata Mw 6.3 nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2015 (CPTI15) e nel Catalogo European-Mediterranean Regional Centroid-Moment Tensors (RCMT), colpì una vasta area della provincia dell’Aquila e fu avvertita in tutta l’Italia centrale. La scossa principale si verificò dopo alcuni mesi di terremoti di energia moderata, molti dei quali avvertiti dalla popolazione. Il terremoto provocò danni gravissimi: 309 vittime, 1.600 feriti e oltre 70.000 sfollati. L’intensità macrosismica ha raggiunto i gradi VIII-IX della scala MCS.

Nonostante siano passati 16 anni da quel terremoto, si continua a studiare l’evoluzione di questa sequenza sismica, per poter approfondire le modalità di nucleazione di terremoti nel Centro Italia.

Nella notte più lunga, dolorosa e simbolica un fascio di luce si è alzato verso il cielo, da Palazzo Margherita, sede del Comune dell’Aquila, come ponte ideale tra la terra e chi non c’è più. E’ il gesto silenzioso e intenso con cui la città de L’Aquila ha aperto la serata della commemorazione del 6 aprile 2009, nel ricordo vivo delle 309 vittime del sisma.

Il sindaco, Pierluigi Biondi, ha firmato l’ordinanza con la quale viene proclamato il lutto cittadino per l’intera giornata del 6 aprile che prevede l’esposizione a mezz’asta delle bandiere listate a lutto sugli edifici delle pubbliche amministrazioni presenti sul territorio comunale, e il divieto – fatte salve le iniziative ricomprese all’interno del programma delle commemorazioni – delle attività ludiche e ricreative e ogni altro comportamento che contrasti con il carattere luttuoso della ricorrenza o con il decoro urbano.

6 APRILE 2025- L’AQUILA NON DIMENTICA– Alle 9.30, in piazza Sei aprile, si terrà la deposizione di una corona ai piedi dell’opera “La rinascita”. In contemporanea, nella chiesa del cimitero, verrà celebrata una messa in commemorazione delle vittime del sisma. Alle 10.15, davanti alla Casa dello Studente, verranno deposti fiori all’Angelo realizzato dai vigili del fuoco come simbolo di omaggio alle vittime. Alle 11.30, l’auditorium del Parco del Castello ospiterà il concerto della fanfara della Polizia di Stato, mentre alle 18, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, si terrà una messa in suffragio delle 309 vittime, presieduta dall’arcivescovo Antonio D’Angelo.

“Siamo davanti a un luogo simbolo del dolore di questa città, un dolore ancora molto presente in una comunità che però guarda alla rinascita”. Così il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, durante la deposizione di fiori al monumento dell’angelo, realizzato dai Vigili del fuoco davanti alla Casa dello Studente, in occasione del 16/o anniversario del terremoto del 6 aprile 2009. Alla breve cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il senatore Guido Liris, il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, una delegazione dei Vigili del fuoco e l’arcivescovo Antonio D’Angelo, che ha impartito una benedizione.

“Sono passati 16 anni – ha aggiunto Marsilio – ma l’emozione e la partecipazione della città, e di tutto il cratere sismico, restano fortissime. E’ giusto così. E’ il segno della profondità di quel trauma e della dignità con cui gli aquilani e gli abruzzesi l’hanno affrontato. Lo stanno dimostrando anche oggi, nella fase della ricostruzione, che procede e prova a sanare almeno le ferite materiali. Con il dolore, invece, continueremo a fare i conti. E’ giusto che oggi prevalgano il ricordo, il dolore e le lacrime – ha detto ancora – ma questa non è l’immagine quotidiana dell’Aquila.Oggi è una città viva, che cresce, che coltiva speranza. Ha ritrovato nuove missioni, una nuova identità, anche per le giovani generazioni nate dopo il sisma, che non sono cresciute tra le macerie, ma in una città in ricostruzione. Una rinascita anche simbolica. La designazione a Capitale italiana della Cultura 2026 – ha concluso Marsilio – rappresenta un riconoscimento importante. Ora dobbiamo continuare a lavorare per trasmettere un’immagine positiva e dinamica di questo luogo, perché è questa la realtà che stiamo vivendo”.

 

Due fiaccolate nella notte: una all’Aquila e l’altra nella frazione di Onna. Alle 3.32, ora esatta del sisma, partita da piazza Duomo anche la tappa ‘Pedalando per la ricerca 2025’, un evento ciclistico che dall’Aquila si dirigerà verso Perugia e Roma, per celebrare i 60 anni della Fondazione Airc e ricordare le vittime del terremoto.

LA CRONACA DELLA NOTTE PIU’ LUNGA E DOLOROSA– Un segno di rispetto, di memoria condivisa, di luce che continua a brillare nel cuore di questa comunità. Anche il palazzo dell’Emiciclo si è illuminato con delle luci in omaggio alla notte più lunga per la comunità.


Poco dopo le 22, di fronte alla Casa dello studente è partita la fiaccolata commemorativa. “Abbiamo scelto questo luogo – spiega Vincenzo Vittorini a nome dei familiari delle vittime – perché qui sono morti dei giovani che avrebbero dovuto rappresentare il nostro futuro. Purtroppo, quello che è successo li ha uccisi. Questo è un luogo simbolo del nostro dolore. Questi ragazzi rappresentano tutte le 309 vittime”.

“E’ la serata del raccoglimento del dolore che si rinnova – ha detto il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi nel prendere parte alla fiaccolata – però è anche la serata in cui rinnoviamo il nostro impegno per far sì che tutto quello che abbiamo passato, tutto il dolore che abbiamo subìto, tutte le lacrime che abbiamo versato siano di stimolo per costruire una città rinnovata. “Lo dobbiamo – ha aggiunto – a coloro che hanno sofferto i lutti del terremoto, lo dobbiamo a coloro che sono andati anche dopo il terremoto e che hanno diritto di vivere una città che crei le opportunità giuste per chiunque”.

Alla fiaccolata commemorativa delle 309 vittime del sisma ha preso parte anche Sergio Bianchi, presidente dell’associazione Avus (Associazione vittime universitarie del sisma), che 16 anni fa perse il figlio Nicola all’Aquila. “Sono tornato in una città che vedo rinascere – ha detto – come è giusto che sia e di questo sono contento. Sedici anni sono tanti, ma a volte sembra ieri, perché il nostro impegno come familiari delle vittime è stato costante. Come associazione abbiamo fatto un bel percorso, cercando sempre di essere propositivi per porre l’accento sulla prevenzione e sul riconoscimento delle responsabilità di quanto successo all’Aquila. Poi i processi hanno riempito le nostre giornate, e le ultime sentenze sono state molto pesanti”.

 “Il terremoto c’è stato il 6 aprile 2009 – sottolinea – ma il vero terremoto per noi è iniziato da quel momento. Cercare di metabolizzare tutto quello che è successo è stato difficile. Ma la cosa più drammatica e dolorosa sono state le sentenze perché è stato come rivivere la tragedia ogni volta”. “Sentirsi dire che tuo figlio è colpevole della propria morte è qualcosa che non si può accettare – ha concluso – L’ultima sentenza su via Campo di Fossa ha finalmente reso giustizia alle vittime escludendo ogni responsabilità da parte dei nostri ragazzi. Spero che la Cassazione faccia tesoro di questa decisione e dia la possibilità anche ai nostri figli e a tutte le altre vittime di avere giustizia”.

Al termine della fiaccolata, la lettura dei nomi delle vittime con protagonista la sedicenne Gabriella Corrado, nata la notte del terremoto dell’Aquila. Quindi l’accensione del braciere affidata a Carlo Cruciani, carabiniere che all’epoca del sisma si trovò a gestire il centralino del 112.

Quest’anno l’anniversario del terremoto guarda anche ad una data che si avvicina, quella di gennaio del prossimo anno, quando ci sarà la cerimonia di apertura di “L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026”.

“Sedici anni fa, poco dopo le tre di notte del 6 aprile, una scossa di magnitudo 6.3 provocò morte, distruzione e sgomento. L’Aquila, città colpita da questo evento sismico, ricorda ancora oggi la paura di quei momenti, le persone che non ci sono più, la sofferenza di tantissime famiglie. Furono più di 300 le vittime del terremoto. A loro va il nostro pensiero, all’intera comunità colpita dal sisma che distrusse gran parte della città e dei comuni vicini, la nostra vicinanza. Quella di un volontariato che fin dai primi momenti successivi al terremoto tese la mano alla popolazione, la strinse a sé in un abbraccio carico di solidarietà, comprensione, ascolto, Umanità”, afferma Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, in occasione del sedicesimo anniversario del terremoto dell’Aquila. “Volontarie e Volontari aquilani ed abruzzesi, anche loro scossi da quanto accaduto, per primi si rimboccarono le maniche e si impegnarono nella ricerca di sopravvissuti, nel supporto a chiunque avesse bisogno di aiuto, di sostegno, di una coperta. Davanti al dolore di quella tragedia, che i recenti accadimenti in Myanmar hanno ricordato, la Croce Rossa Italiana si unì a questi territori con un legame ancora oggi indissolubile. A quelle donne e a quegli uomini che, seppur colpiti anche loro dagli effetti devastanti del sisma, decisero di agire spinti dai nostri Princìpi a sostegno delle popolazioni coinvolte in quella tragedia, il mio più sincero ringraziamento”, conclude Valastro.

Sport e solidarietà ieri allo stadio Tommaso Fattori dell’Aquila in occasione del match di Serie A Elite maschile Fiamme oro rugby contro Petrarca Padova (terminato 21-26). La partita, giocata all’Aquila come segno di vicinanza alla città nella ricorrenza del 16/o anniversario del terremoto del 2009, ha avuto un altro protagonista, L’Aquila per la vita. Al sodalizio aquilano che fornisce sostegno e assistenza ai malati oncologici, lo sponsor delle Fiamme oro, Dan John ha consegnato un assegno di 2.000 euro. Inoltre, a fine gara, sono stati estratti i biglietti vincenti delle tre maglie messe in palio. Una della nazionale offerta dal campione abruzzese Sandro Bottacchiari, una del Petrarca Padova e l’altra delle Fiamme oro rugby. Maglie autografate da tutti gli atleti. Una vera festa che ha coinvolto centinaia di persone che a fine gara si sono riversate in campo. L’Aquila per la vita, presente con tutti i suoi dirigenti ha voluto poi ringraziare tutti i protagonisti della manifestazione in particolare Sandro Bottacchiari, il presidente della Rugby L’Aquila, Mauro Scopano, gli atleti e il pubblico. Tra i presenti sugli spalti, oltre al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, un super tifoso delle Fiamme oro, il nuovo questore dell’Aquila, Fabrizio Mancini.

 

RICORDI E DICHIARAZIONI DAL MONDO POLITICO – “A 16 anni dal terremoto che ha devastato L’Aquila, il dolore per le vite spezzate è ancora
presente nei nostri cuori. Mi stringo alle famiglie colpite e rivolgo una preghiera alle vittime. Un pensiero a tutta la comunità aquilana che ha affrontato con forza e dignità questo dramma”. Lo afferma sui social il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

“Alle ore 3:32 del 6 aprile 2009 un devastante terremoto colpì L’Aquila e gran parte dell’Abruzzo, lasciando macerie e vite spezzate. Una ferita profonda nella nostra Nazione, una scia di dolore che ancora sentiamo. 309 furono le vittime, migliaia i feriti e gli sfollati. A sedici anni da quella notte, il ricordo è ancora vivo e il nostro pensiero va a chi in pochi minuti ha perso familiari, amici, a chi ha visto crollare la propria casa, la propria attività, le scuole, e con esse la propria quotidianità”. Lo afferma sui
social il presidente del Senato Ignazio La Russa.

“Ricordiamo le vittime del terremoto dell’Aquila, perché dove c’è da costruire, la Lega c’è”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini aprendo il suo intervento finale dal palco del congresso della Lega in corso a Firenze.

“Sedici anni fa il terremoto dell’Aquila provocava macerie e lutti, suscitando dolore e solidarietà in tutta la Nazione: 309 morti, oltre 1.600 feriti, circa 80 mila sfollati. Ricorrenze come questa non servono solo a ricordare le vittime, ma devono richiamare in ciascuno di noi il dovere di promuovere una vera cultura della sicurezza e della prevenzione. Senza aspettare che siano sempre gli altri a doverlo fare per noi.” Lo dichiara il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci.

 

 

 

Barbara Orsini: