Tre anni e sei mesi di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici, è la condanna per peculato per l’ex presidente dell’ Ato ed ex sindaco di Pianella, Giorgio D’Ambrosio, oggi alla guida del PSI regionale.
Si chiude così, davanti alla Corte d’Appello, il processo sul cosiddetto partito dell’acqua che si sarebbe creato nell’ambito dell’Ato numero 4 pescarese. Una condanna pesante per l’ex parlamentare per aver utilizzato tra il 2006 e il 2007 l’auto di servizio ed il telepass dell’Ato, l’Ambito territoriale ottimale numero 4 Pescarese dell’acqua, quando era presidente dell’ente, per andare a Roma a svolgere le sue funzioni di parlamentare a Montecitorio. Le motivazioni della sentenza, emessa mercoledì sera, saranno pubblicate entro il 6 giugno.
La Corte d’appello ha confermato in toto la condanna di primo grado, riconoscendo in più D’Ambrosio colpevole anche per la vicenda della laurea in Economia e management che secondo l’accusa sarebbe stata comprata, con la complicità di un docente dell’università D’Annunzio, il professor Luigi Panzone. Quest’ultimo condannato a due anni e tre mesi di reclusione. Assoluzione piena, invece, per l’ex dirigente Ato Nino Pagano, difeso dall’Avvocato Giovanni Angelucci, era accusato di peculato.