Sono 120 le imprese aquilane che dovranno restituire le tasse non versate per i danni subiti dal terremoto del 6 aprile 2009. L’Unione Europea non intende fare sconti.
Nonostante le battaglie delle istituzioni aquilane e regionali, appoggiate anche da europarlamentari come David Sassoli, l’Europa torna a dire no al sostegno alle imprese dell’Aquila: gli abbattimenti fiscali concessi dopo il sisma di sette anni fa, superiori alla soglia dei 200 mila euro, sono ritenuti agevolazioni sul mercato. In poche parole aiuti di Stato, e vanno a superare le normative comunitarie.
Non è soltanto una questione burocratica o normativa, si tratta di imprese che dovranno restituire centinaia di migliaia di euro, in un’unica soluzione, con il rischio per molte di esse di andare in fallimento. Una battaglia cominciata nell’ottobre 2012,quando l’Unione europea ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti del Governo italiano. La richiesta definitiva di esecuzione di recupero delle imposte non versate è arrivata da Bruxelles una settimana fa e va a colpire circa 120 aziende, che dovranno restituire somme oscillanti tra i 200 mila e i 4 milioni euro.