Oggi è il giorno dell’audizione dell’avvocata dello Stato Cristina Gerardis nella Commissione regionale d’inchiesta sulla discarica di rifiuti tossici di Bussi sul Tirino.
Cristina Gerardis, che è stata nella passata legislatura direttrice generale della Regione Abruzzo, ha ricostruito l’intera vicenda processuale e giudiziaria dinanzi ai componenti della Commissione e al presidente Giovanni Legnini, come professionista tra le principali a essersi occupata della complessa vicenda della mega discarica abusiva: per quasi quarant’anni lo stabilimento Montedison di Bussi sul Tirino, esteso su 17 ettari, ha avvelenato l’acqua e il suolo per un totale di 500mila tonnellate.
La settimana scorsa è intanto entrato nel vivo il processo civile, secondo round di una battaglia giudiziaria ancora lontana dal concludersi. Ora occorre velocizzare la bonifica, ancora sospesa, e per la quale si attende che il ministero sblocchi finalmente i fondi.
Tra un mese esatto, il 5 marzo, il Consiglio di Stato si pronuncerà inoltre nei confronti del ricorso di Edison, dopo che il Tar Abruzzo aveva respinto l’altro ricorso della multinazionale della produzione di energia contro il provvedimento di bonifica che era stato richiesto dall’amministrazione provinciale di Pescara.
Il 10 febbraio la commissione regionale d’inchiesta farà un sopralluogo nel sito della discarica a Bussi.
A preoccupare sono però anche gli effetti negativi sulla salute dei cittadini di un inquinamento prolungato nel tempo e capillare. Nei giorni scorsi Isde, l’Associazione italiana dei medici per l’ambiente, ha ripetuto la richiesta di uno studio epidemiologico evoluto in relazione a quanto accaduto a Bussi sul Tirino e sulla base dei risultati del report nazionale “Sentieri”.
È necessario – ha scritto Isde – approfondire i risultati ottenuti con i dati disponibili per l’Abruzzo (pazienti ricoverati e decessi in 11 comuni rispetto allo standard regionale) concentrandosi sugli utilizzatori dell’acquedotto Giardino in 20 comuni a valle dei pozzi inquinati nel periodo 1982-2007, prevedendo di seguire gli effetti sulla salute fino al 2019.
L’anno scorso la Cassazione aveva assolto dal disastro colposo per l’inquinamento del sito industriale di Bussi sul Tirino i 10 imputati rimasti: quattro di loro per non aver commesso il fatto e gli altri per prescrizione. I giudici della Suprema corte, però, avevano riconosciuto il disastro ambientale, consentendo così l’avvio della causa civile da parte del ministero dell’Ambiente e anche della Regione, i quali chiedono a Edison la bonifica totale e il ripristino dei luoghi.
La causa risarcitoria contro Edison per ottenere il ristoro del danno ambientale è di un miliardo e mezzo di euro. Bisognerà aspettare ancora qualche giorno per conoscere la decisione del Tribunale civile dell’Aquila sulla richiesta della Edison di considerare prescritto il diritto al risarcimento.