Il memoriale della Casa dello studente progettato dai giovani laureandi dell’università dell’Aquila è probabilmente destinato a restare nel libro dei sogni. Il Comune non è ancora entrato in possesso del sito di via XX Settembre.
Il progetto di riqualificazione del sito dove fino a due estati fa sorgevano i ruderi dell’edificio in cui persero la vita 8 persone, tutte giovanissime, e dedicato ai 55 universitari vittime del sisma, forse non vedrà porre nemmeno la prima pietra per il decennale dei sisma, fra 5 mesi. Il sito è infatti ancora nella proprietà dell’Adsu, l’azienda per il diritto allo studio (quindi della Regione) e se il Comune non ne diventerà proprietario non sarà possibile eseguire alcun intervento pubblico. Una polemica riaperta all’indomani della presentazione del progetto vincitore dall’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano con un duro botta e risposta tra quest’ultimo e il sindaco Pierluigi Biondi. E così, il progetto vincitore del concorso di idee bandito dall’ateneo aquilano insieme alla passata amministrazione, messo a punto da un gruppo di giovani ingegneri laureandi del Diceea dell’Aquila che si sono ispirati al Memoriale dell’Olocausto a Berlino, resterà ancora irrealizzabile. Un percorso nato da lontano.
Con l’apertura dei processi per i crolli del sisma, i resti della Casa dello studente sono stati per molti anni sotto sequestro dell’Autorità giudiziaria e solo il 10 agosto 2016 sono stati restituiti alla proprietà, l’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari dell’Aquila appunto.
Era inoltre necessario abbattere l’edificio pericolante, per evitare che quell’area divenisse pericolosa per la viabilità di Via XX Settembre e per le famiglie che aspettavano di rientrare nelle case già recuperate in zona. Il 14 ottobre dello stesso anno la Giunta comunale approvò uno schema di protocollo da sottoscrivere con l’Adsu, per poter concludere una permuta – in sostanza uno scambio – tra alcuni immobili: il Comune dell’Aquila avrebbe dovuto cedere all’Adsu il centro polifuzionale realizzato dal Canada a ridosso del’università dei Medicina a Coppito e anche un palazzo, Casale Marinangeli, sempre a Coppito, e ottenere in cambio il sito in cui sorgeva la Casa dello studente a via XX Settembre. Ma da allora questo percorso non è stato concluso, mentre il concorso di idee fra gli studenti intanto procedeva. Nessun intervento pubblico sarà dunque possibile poiché il Comune non ha alcun titolo a intervenire.
IL SERVIZIO DEL TG8:
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LA NOTA DELL’EX ASSESSORE ALLA RICOSTRUZIONE PIETRO DI STEFANO:
Si è concluso il concorso di idee per il sito della ex casa dello Studente in via XX Settembre, bandito dall’Università dell’Aquila a seguito di un atto d’intesa con il Comune.
Ringrazio la Rettrice e gli studenti che hanno portato a compimento questo lungo percorso iniziato nell’anno 2016 e partecipato anche al Consiglio territoriale di competenza, teso a trasformare quel luogo in un luogo di memoria collettiva, come da sempre auspicato dai parenti dei ragazzi che vi persero la vita.
Bisogna però rimettere ordine e ripercorrere le varie fasi perché non ci si fermi alle presentazioni progettuali, ma affinché queste diventino realtà.
Spero di sbagliare, ma non trovando notizie rassicuranti da nessuna parte, temo che oltre l’individuazione del progetto vincitore, si stia, per il resto, ancora all’anno zero.
L’immobile in questione, o quel che ne restava, è stato a lungo posto sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria e solo il 10 agosto 2016 è stato reso noto il dissequestro e restituito alla proprietà, l’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari (ADSU) dell’Aquila.
Il 14.10.2016 (delibera n. 425) la Giunta Comunale approva uno schema di protocollo da sottoscrivere con l’ADSU, teso a una permuta tra il Centro Polivalente (donato dal Governo Canadese) e Casale Marinangeli da trasferire in proprietà all’ADSU, con il sito della Casa dello Studente da acquisire alla proprietà del Comune.
Questo sia per farne un luogo pubblico di memoria, sia per demolire quanto rimasto che, nel frattempo, il sisma del 30/10/2016 aveva ancor più aggravato nella stabilità.
L’abbattimento era necessario per evitare che quell’area divenisse pericolosa sia per la viabilità di Via XX Settembre sia per il rientro delle famiglie nelle abitazioni recuperate dietro la Casa dello studente, il cui accesso è costituito da una stradina laterale che costeggiava i resti dell’edificio crollato nell’aprile del 2009.
Malgrado la strategia individuata fosse la migliore e la più spedita, l’ADSU non volle sottoscrivere il protocollo adducendo il fatto che il Comune doveva impegnarsi anche a ricostruire la Casa dello Studente in centro. A nulla servirono le molteplici riunioni tese a chiarire che il protocollo mirava a sistemare questioni di proprietà reciproca e mettere in condizioni l’autorità pubblica di intervenire sul sito, mentre la successiva ricostruzione della Casa dello studente, obiettivo di certo condiviso dall’Amministrazione Comunale, avrebbe trovato spazio nei finanziamenti sul sisma con il concorso della Regione di cui l’ADSU è promanazione benché autonoma.
Acclarate le resistenze dell’Adsu, non restava che agire con i poteri tipici a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, con l’emissione di un’ordinanza sindacale (la n° 67 del 01/01/2017) che intimava all’ADSU di rimuovere il pericolo pubblico; decorsi infruttuosamente i termini, il Comune si sarebbe sostituito ad essa con il ristoro delle spese sostenute.
In effetti così accadde, stante l’inerzia della proprietà e il pericolo sempre più incombente (si veda in proposito la delibera di G.C. n° 107 del 10/03/2017).
Parallelamente era stato però raggiunto e sottoscritto l’accordo con l’Università per un concorso di idee tra gli studenti dell’Ateneo affinché fossero loro ad immaginare il futuro di quel luogo.
Purtroppo quel sito è ancora nella proprietà dell’ADSU poiché in questo quasi anno e mezzo, e spero di sbagliare, nulla è stato fatto perché il Comune ne diventasse proprietario attraverso la permuta ipotizzata nel protocollo non sottoscritto a suo tempo dall’ADSU.
Fin tanto che questo non sarà fatto e saranno sistemate le cosiddette burocrazie, nessun intervento pubblico sarà possibile poiché il Comune non ha alcun titolo ad intervenire.
Esiste l’istituto della permuta, come esiste quello dell’esproprio, ma perché spendere fondi pubblici quando sono possibili delle compensazioni immobiliari?
Ad oggi il Comune ha il dovere, come da legge, di chiedere all’ADSU il ristoro di € 748.839,32 (magari depurate del ribasso d’asta) quali spese sostenute per la demolizione dell’immobile ex casa dello Studente.
Tuttavia voglio sempre sperare che venga sottoscritto il protocollo allegato alla delibera n° 425/2016 affinché quel progetto, risultato vincitore, possa presto trasformarsi in realtà.