La ricostruzione post-sisma sta diventando l’occasione per far emergere piccoli casi di abusivismo, come quelli relativi all’occupazione di suolo pubblico.
Scalette di accesso, cappotti, canaline, pozzetti che ricadono sul suolo pubblico o di proprietà altrui, e che fino a prima del sisma erano ignorati o forse tollerati. Via via che la ricostruzione (o la ristrutturazione) degli edifici danneggiati dal terremoto procede, questi casi di abusivismo devono essere regolarizzati. E per molti presidenti di consorzio e, di conseguenza, proprietari di immobili, questo significa dover pagare, come fanno tutti i contribuenti italiani, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico.
A rilanciare la notizia questa mattina è il quotidiano Il Centro. Spiega tecnicamente di che cosa si tratta il presidente dell’ordine degli Ingegneri dell’Aquila Pierluigi De Amicis.