Un bilancio più che positivo quello degli anni della ricostruzione, anni in cui sono stati superati i drammi e i dolori dell’emergenza per poi lasciare spazio al lavoro di squadra che riconsegnerà al mondo una delle citta più belle e sicure. A dirsi soddisfatto delle scelte fatte per L’Aquila colpita al cuore dal terremoto oltre 9 anni fa è l’ex sottosegretario di Stato dell’ex Governo Berlusconi, Gianni Letta.
Originario di Avezzano, Gianni Letta ha tenuto vivo il ricordo dell’Aquila e delle cronache degli anni più bui della sua storia, quando sembrava che la vita dovesse finire sotto il crollo dei palazzi e nella distruzione dei legami, del tessuto sociale, dell’economia. intervenuto con la consueta verve, la sua lucidità, e la proverbiale gentilezza, Letta ha preso parte all’inaugurazione del Parco del di Collemaggio, voluto e finanziato dall’Eni e da Paolo Scaroni.
Il progetto Case? Per l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio quella del progetto Case – osteggiato di cittadini e criticato da ogni parte – fu invece l’intuizione giusta di Silvio Berlusconi e del suo Governo
Ci sono stati ritardi e manchevolezze che ancora ci bruciano, però io penso che di più non si potesse fare. Pretendere di risolvere tutto in pochi mesi o anni era impossibile – ha detto Letta – la scelta che facemmo allora e che fu motivo di tanta polemica invece si è rivelata giusta. Che ci volessero tanti anni per tornare a casa, con le case restaurate, sia nel centro storico che nella periferia, era una verità dura da accettare ma bisognava dirlo. Noi l’abbiamo detto, e nacque da questa constatazione la scelta di fare delle case per dare al più presto e per un periodo non breve un tetto agli sfollati (quelle del progetto Case, ndr), case confortevoli che consentissero di vivere alcuni anni. Oggi quelle case si sono rivelate la scelta giusta, la gente sta tornando a casa propria, finalmente restaurata. Vedere tante gru – ha aggiunto l’ex sottosegretario – è motivo di conforto. E tutta la polemica sul centro storico che presentava problemi quasi insolubili per la sua complessità e monumentalità, per le sue caratteristiche di città d’arte, di palazzi storici, ebbene adesso che, superate quelle polemiche, risolti quei problemi e anche quei conflitti, sta riacquistando la sua identità c’è da dire che i palazzi stanno diventando più belli di prima, perché sono restaurati nella loro architettura ma sono tornati nuovi pur essendo antichi, restituendo all’Aquila il suo volto migliore, uno spettacolo meraviglioso. Ci vorrà ancora del tempo, ma io penso che quando trascorsi 12 anni – e noi dicemmo 10-12 anni – L’Aquila potrà guardare al suo futuro con la forza che le viene dalle tradizioni del passato.