Grandi manovre trasversali lontane dai riflettori per raggiungere un accordo per una mozione di sfiducia al presidente del consiglio comunale Roberto Tinari.
Un consiglio comunale annoiato, poco attento, disertato anche dal sindaco Pierluigi Biondi assente per impegni istituzionali, che fa il paio con quello rimandato la settimana scorsa – e per l’ennesima volta- per mancanza del numero legale. Consiglieri tenuti svegli soltanto da proteste cittadine, ma attraversato nel silenzio generale da un nuovo elemento che va ad aggravare la già seria crisi di maggioranza: la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio comunale in quota Forza Italia Roberto Tinari.
Grandi manovre lontane dai riflettori, che vedono impegnate maggioranza e opposizioni anche se non emerge ancora nessun atto concreto e le smentite puntano a cercare di mantenere il fragile equilibrio politico. L’eventuale sfiducia a Tinari – una possibilità reale, come viene fatto notare in Consiglio comunale, per la quale ci vorrebbe l’accordo e la sottoscrizione di 2/5 del Consiglio, dunque di 12 consiglieri nella composizione attuale – sfiducia dicevamo che farebbe gola anche ad alcune parti della maggioranza. Ad esempio al gruppo consiliare dei cosiddetti “ribelli di Forza Italia”, ora“insieme per L’Aquila”. Che tuttavia smentiscono manovre sottobanco e anzi riconfermano la fiducia per Tinari.
Maggioranza e opposizione smentiscono di avere avuto contatti trasversali per lavorare a una mozione di sfiducia, non esiste nessun atto concreto, ma gli elementi per chiedere un passo indietro del presidente del consiglio comunale ci sarebbero tutti secondo il capogruppo del Partito democratico Stefano Palumbo.
Il servizio del Tg8