Dopo gli allarmismi espressi sulla pagina Facebook dell’università dell’Aquila sulla sperimentazione della fibra ottica super veloce della multinazionale Sumitomo, il docente Fabio Graziosi spiega: ‘Nulla a che vedere con il 5G’.
‘Noi non accetteremo l’imposizione di una tecnologia di cui ancora non si conoscono le conseguenze su salute e ambiente, né tanto meno ci presteremo a fare da cavie. Per fortuna si stanno formando comitati “Stop al 5G” in tutta Italia’.
E’ uno dei tanti messaggi allarmistici lasciati sulla pagina Facebook dell’università dell’Aquila a commento del servizio di Rete8 sulla fibra ottica super veloce la cui sperimentazione partirà proprio da oggi all’Aquila, prima e unica città al mondo a ospitare una nuova generazione di fibra creata nel laboratorio della multinazionale giapponese Sumitomo. Il colosso nipponico ha scelto L’Aquila per attuare e sperimentare un ‘prodotto’ realizzato sinora soltanto in laboratorio, grazie alla combinazione di due elementi fondamentali: la presenza del tunnel ispezionabile dei sottoservizi e un gruppo di ricerca esperto di fibra ottica all’Università dell’Aquila.
IL SERVIZIO DEL TG8:
I 5 km di percorso in centro storico in cui la fibra multi-core giapponese verrà sperimentata sono stati inaugurati questa mattina alla presenza dell’ambasciatore giapponese. Una sperimentazione che nulla ha a che vedere con il 5G, contro cui diversi utenti si scagliano sui social. Come Antonella – di cui abbiamo letto il messaggio – o Giulio, che esorta a unirsi tutti contro il 5G. E’ il docente di Telecomunicazioni Fabio Graziosi, che ha curato la sperimentazione e che dall’altro lato segue anche – per l’appunto – l’evoluzione del 5G all’Aquila, a spiegare la differenza.