Dopo quasi otto anni dal terremoto dell’Aquila spunta un altro palazzo inagibile e a rischio crollo, nel cuore di una delle zone più popolate e trafficate a ridosso del centro storico della città. Un edificio pieno di crepe e crolli nelle pareti che aprono squarci sulle stanze lasciando immaginare vecchie scene di vita quotidiana.
Mai puntellato o transennato eppure è sempre stato lì, a minacciare cedimenti. Crepe e crolli che sono aumentati con il forte nuovo terremoto che il 30 ottobre scorso ha scosso mezza Italia centrale e che anche all’Aquila ha portato conseguenze non soltanto in zona rossa.
Il palazzo in questione si trova in via Beata Cristina, all’imbocco con la sfortunatissima via San Gabriele dell’Addolorata, chiusa tre mesi fa per la presenza di una vecchia fornace pericolante, tra polemiche e disagi per i residenti rientrati da poco nelle case ricostruite in zona, e per i commercianti che vedono gli affari assottigliarsi ogni giorno di più.
Non solo, nel quadrilatero stradale sfortunato e che qualcuno chiama “maledetto”, tra via Aldo Moro e via San Sisto, il 24 luglio è crollato un pezzo di strada a ridosso di un cantiere della ricostruzione. Dopo tanti rimpalli di responsabilità, annunci di ripristino della viabilità, polemiche e una vera e propria rivolta del comitato dei commercianti e dei residenti di viale Aldo Moro, i lavori per la messa in sicurezza e il ripristino sono finalmente partiti. A eseguirli è la ditta che sta lavorando al cantiere da cui il cedimento è partito. Ma i lavori – denunciano i residenti – vanno troppo a rilento. I tempi lunghi di riapertura della viabilità totale nella zona si traducono in perdita di fatturato per le decine di commercianti della zona. Migliaia di euro persi al mese e clienti che non si vedono più.