Più tutele per chi perde il lavoro, meno tasse e buste paga più pesanti, riduzione dell’età per il diritto alla pensione, e piena attuazione della legge contro il caporalato.
Sono soltanto alcune delle richieste che la Fai Cisl fa al Governo centrale per i lavoratori del comparto agroalimentare, forestale e della pesca. Da domani parte una grande mobilitazione nazionale, con sit-in e raccolta di firme davanti alle prefetture – dalle 9,30 saranno circa 200 i lavoratori dell’Abruzzo e del Molise che manifesteranno davanti a quella dell’Aquila, dove un delegato del prefetto Giuseppe Linardi ascolterà le istanze sindacali alle 11.
Sono 20mila gli addetti al settore agroalimentare e pesca tra Abruzzo e Molise, ma dietro questo numero si nasconde il sottobosco dei lavoratori irregolari, in un comparto che soffre il cancro del caporalato. Tra le rivendicazioni principali c’è quella per il riconoscimento dello status di lavoro usurante per i braccianti agricoli, gli addetti imbarcati della pesca, i lavoratori alimentari impegnati in reparti disagiati, gli operai forestali e della bonifica, condizione che permetterebbe il pensionamento con 35 anni di contributi.
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