Persone sole adulte invalide o con problematiche di marginalità e per lo più uomini; donne sole con figli minorenni; famiglie costituite da persone adulte a bassissimo reddito. E poi, ancora, famiglie che vivono una situazione d’improvvisa perdita di lavoro e con minori da mantenere; ex detenuti o tossicodipendenti; famiglie numerose che non riescono a fare fronte alle spese quotidiane e persone a rischio sfratto.
La mappa della povertà all’Aquila è drammatica, situazioni al limite della crisi sociale aumentano ogni anno di più dopo il terremoto, la linea di confine che segna un “prima” e un “dopo” nella vita di molte persone: un prima fatto di normalità, in cui si riusciva dignitosamente ad arrivare a fine mese, e un dopo fatto in molti casi di grande disagio economico e sociale e anche di miseria.
Le condizioni a volte disperate in cui si trovano gli inquilini delle 19 new town – dove attualmente si contano 540 nuclei familiari a rischio sfratto perché non riescono a pagare affitti e bollette, su un totale di 5.400 nuclei familiari ospitati – codtituisce soltanto la punta dell’iceberg.
Una realtà preoccupante a cui il Comune dell’Aquila cerca di porre un rimedio con una serie di iniziative a sostegno del reddito o di esenzioni, contando anche sulla collaborazione del mondo dell’associazionismo e del volontariato, come spiega l’assessore al Sociale Emanuela Di Giovambattista.
“La povertà all’Aquila esisteva anche prima del terremoto ma con il post-sisma molte situazioni già difficili si sono acuite e molte nuove si sono venute a creare”.
Le cause? Per l’assessore:
“La chiusura di molte attività autonome e artigiane, la crisi che ha investito anche l’industria e poi la crisi abitativa e l’arrivo di molti immigrati di bassa fascia sociale, nel 2015 hanno fatto aumentare le situazioni di indigenza e povertà. In molti casi, inoltre, la situazione economica difficile si associa a condizioni di fragilità di varia tipologia, che rendono indispensabile l’intervento dei servizi, con la necessità di avere a disposizione risorse professionali e materiali”.
Il Comune ha comunque messo a disposizione circa 100mila euro l’anno scorso per fare fronte alle situazioni più drammatiche “e quest’anno con l’aiuto della giunta spero di ottenere altre risorse”, aggiunge l’assessore, la quale spiega anche che “l’obiettivo dell’amministrazione non è quello di fare assistenzialismo; tutte le misure messe in campo servono per aiutare le persone a farcela da sole”.
E infatti nel bonus una tantum che sarà erogato quest’anno, verrà chiesto ai cittadini di confermare un patto di fiducia: il 20% della somma dovrà servire per pagare i debiti di bollette e affitti, aggiunge la Di Giovambattista.
“Proprio l’indebitamento, infatti, è uno dei motivi che aggravano la povertà e rende difficile invertire il destino”