Doni destinati agli sfollati del terremoto del 6 aprile 2009 e mai arrivati a destinazione. Scarpe e indumenti rimasti imballati per sette anni e abbandonati all’interno dell’Autoparco comunale, già di per sé monumento all’abbandono.
E’ la storia nemmeno tanto diversa da altre che si sentono in tanti luoghi d’Italia di sprechi e mancati controlli, di meccanismi e buone pratiche che s’inceppano a livello forse amministrativo, organizzativo, una storia senza il lieto fine di un processo avviato da qualche parte.
Come quello di una donazione ingente, dal valore di migliaia di euro e destinata a chi non aveva più un tetto sulla testa e un guardaroba da indossare dopo il terremoto, avviata dal movimento politico Casa Pound. Negli scatoloni ancora imballati (eccetto segni di furti avvenuti nel frattempo) ritrovati dagli agenti del Nipaf della Forestale (diretti da Antonio Rampini e da Alberto Maurizi), insieme a quelli della stazione dell’Aquila e di Tornimparte e agli agenti in servizio alla Procura della Repubblica dell’Aquila, c’erano migliaia di indumenti da lavoro, giacche, pantaloni e giubbiotti e duemila paia di scarpe della Vans, marca americana gettonata dai giovani e che costano 70 euro al paio.
Il materiale era seppellito in cumuli di detriti e rifiuti. Un episodio che fa tornare in mente tanti altri piccoli casi spesso passati nel silenzio di beni donati e rubati durante i mesi successivi al terremoto, quando per centinaia di persone un paio di scarpe faceva la differenza davvero. La scoperta è avvenuta per caso durante il deposito – proprio nell’autoparco comunale – dei balconi sequestrati nel progetto Case di Cese di Preturo, inchiesta portata avanti appunto dalla Forestale.
L’area interna dell’autoparco è stata posta sotto sequestro e il pubblico ministero ha aperto un fascicolo contro ignoti in quanto, al di là dell’indagine sulla discarica ritrovata, si dovrà chiarire chi al momento della donazione aveva la responsabilità di prendere in carico la merce e se i dirigenti comunali ne fossero al corrente.
Intanto il Comune assicura che i beni saranno presto consegnati alle associazioni di volontariato dell’Aquila.