A Chieti tutte le sfumature del bianco e nero per raccontare l’Abruzzo che non c’è più, quello catturato dalle fotografie di Tonino Di Venanzio.
La mostra, inaugurata oggi a Palazzo Lepri di Chieti, propone più di ottanta lastre originali degli anni ‘30 e ‘40, parte di un vasto archivio di immagini digitalizzate per l’occasione e riproposte al grande pubblico. Tonino Di Venanzio, fotografo, artista e artigiano originario di San Valentino, ha saputo cogliere l’essenza della vita familiare e sociale dell’Abruzzo, dagli anni Trenta ai Settanta. Le immagini d’epoca descrivono i momenti di festa, i matrimoni di paese, gli attimi di gioia familiare così come Di Venanzio li aveva fissati sulla lastra. La scelta di Chieti come sede espositiva è un omaggio ai tanti anni di attività che Di Venanzio svolse anche nel capoluogo teatino. La mostra rimarrà aperta fino al 24 novembre.
“Di Venanzio – si legge nella nota per la stampa – nella sua originalità creativa non fu soltanto semplice testimone dietro la macchina, quanto piuttosto inventore e sperimentatore dell’arte fotografica a trecentosessanta gradi. Sono suoi alcuni dei primi “selfie”, autoritratti che lo vedono sorridente fumare la pipa nel suo studio fotografico a San Valentino, negli anni Sessanta. Oppure alcune composizioni fotografiche estremamente innovative per l’epoca, con tante piccole foto quadrate simili, ma diverse tra loro, montate tutte insieme in un’unica composizione fotografica, che ricorda quelle realizzate oggi con le modernissime “app” dei cellulari. Una figura artistica, quella di Di Venanzio, talmente innovativa per la fotografia in Abruzzo, che viene studiata anche a scuola. A settembre, infatti, è partita la seconda edizione del corso di fotografia e di educazione all’immagine riservato agli alunni delle classi primarie e secondarie dell’Istituto comprensivo B. Croce di San Valentino, diretto dalla professoressa Daniela D’Alimonte. Scopo del progetto è quello di avvicinare i bambini all’arte della fotografia attraverso le immagini di Di Venanzio, la vita e le tradizioni familiari di un periodo storico a cavallo della Seconda guerra
mondiale, in un contesto politico e sociale che altrimenti andrebbe perduto. A guidare i ragazzi con lezioni tecnico-pratiche, sarà il professor Gianni Iovacchini , docente Fiaf. Il progetto si concluderà il mese di dicembre con una mostra e la premiazione degli elaborati fotografici a cura dei ragazzi”.