Il Tribunale di Sulmona ha condannato il Monte dei Paschi di Siena a risarcire una società di ristorazione di Pratola Peligna: ridotto del 75% il debito contratto dai ristoratori.
Secondo il giudice Giuseppe Ferruccio la banca avrebbe applicato interessi usurari e anatocistici; a seguito della consulenza tecnica d’ufficio, il debito tra capitale e interessi a carico del correntista è stato ridotto di circa 35mila euro. La vicenda risale al 2010, quando quattro soci titolari di una società di ristorazione pratolana si rivolsero alla banca per avere un affidamento in conto corrente per la propria attività. Con il passare del tempo i clienti si sono resi conto che, nonostante gli sforzi profusi, il debito non diminuiva. Nel 2018, non potendo più far fronte alle pretese della banca, i titolari dell’azienda si sono rivolti a Vincenzo Mazza, esperto in materia bancaria e finanziaria, il quale dopo un’opportuna analisi ha avviato un’azione legale per tutelare i diritti dei quattro imprenditori. All’inizio si è tentato di arrivare a un accordo con la banca, che però avrebbe rifiutato ogni tipo di transazione. Da qui la decisione di rivolgersi al Tribunale di Sulmona. L’altro giorno è arrivata la sentenza con la quale il giudice ha riconosciuto ai ristoratori il diritto di vedersi ridurre il debito quasi del 75%, condannando la banca al pagamento di tutte le spese. Il giudice ha anche disposto la trasmissione degli atti al Pubblico ministero, affinché siano valutati gli ulteriori aspetti penali della vicenda.
“Con questa pronuncia la giurisprudenza ribadisce i principi sanciti dalla legge 108 del 1996 – afferma Vincenzo Mazza – che non è una norma di volta in volta raggirabile ma rappresenta un argine invalicabile per chiunque, in primis dalle banche e dagli operatori finanziari”.