Il Forum H2O definisce “storia di ordinaria follia” la mancata bonifica della discarica di Bussi, al centro anche del programma Titolo Quinto di RaiTre.
Qualche sera fa la trasmissione televisiva ha approfondito lo scandalo di un sito industriale che da 13 anni attende interventi risolutivi contro l’inquinamento ambientale.
“L’inviato Gabriele Paglino – si legge nella nota del Forum H2O – ha ripercorso le principali tappe dell’intricata vicenda facendo risaltare come, in tanti anni, neanche un chilo di rifiuti sia stato portato via, con lo Stato centrale, rappresentato dal Ministero dell’Ambiente, inerte davanti ai responsabili dell’inquinamento; in questo caso Edison che ha ereditato quanto fatto da Montedison.
Il pezzo era all’interno della puntata che trattava del recovery fund e della capacità dell’Italia di spendere i finanziamenti in arrivo dall’Europa. In studio, dopo la prima parte, il giornalista Goffredo Buccini del Corriere della Sera, colpito dalla situazione, ha proposto sarcasticamente di censurare il servizio affinché non venga visto oltralpe perché altrimenti “non ci daranno un euro”.
Ecco, dobbiamo ringraziare un Ministero dell’Ambiente che nel 2008 decise di avocare a sé tutte le competenze per poi fermare di fatto tutto, con la piccola parentesi che si aprì con la dirigente D’Aprile che cercò effettivamente di procedere più speditamente, tanto da aggiudicare la gara poi annullata, secondo il TAR illegittimamente, dai suoi successori, Distaso e Lo Presti.
Ora il Ministero dell’Ambiente, non contento dei ritardi, ha pensato pure di proporre ricorso al Consiglio di Stato sulla gara di appalto che avrebbe consentito di rimuovere tutti i rifiuti e i terreni contaminati, rimettendo poi tutte le spese anticipate dallo Stato sul conto di Edison, come peraltro già fece il commissario con successo per i primi interventi sulla Tremonti.
Davanti a questo disastro generale, che si aggiunge a quello ambientale, non possiamo non evidenziare l’inerzia della Magistratura, che dopo essere riuscita a far andare in prescrizione il processo per disastro ambientale e avvelenamento delle acque, ora da un lato ci sembra guardare dall’altra parte rispetto alle bonifiche che non vengono effettuate e alla situazione di inquinamento diffuso che ne deriva e dall’altro tiene fermo incredibilmente il procedimento civile per il risarcimento del danno.Noi continueremo a lottare ma il principio chi inquina paga sembra essere sconosciuto da queste parti, grazie ad un Ministero dell’Ambiente del tutto inefficiente e inefficace che in tutti i siti nazionali di bonifica spesso ci sembra più intento a mettere i bastoni tra le ruote alle attività necessarie per il risanamento rimandando di fatto quelli che sarebbero obblighi miliardari per le grandi aziende multinazionali che stanno lasciando questa eredità di veleni al paese”.