Pescara, la movida mascherata non è per tutti

Anche a Pescara, come nel resto d’Italia, quella di ieri è stata la prima serata con l’obbligo di mascherina dalle 18 alle 6 e la prima in cui locali da ballo e discoteche non hanno aperto i battenti al popolo della notte.

 

Chi ha paura delle sanzioni? Non tutti, evidentemente, almeno a giudicare dalle immagini: da ieri è in vigore l’obbligo di mascherina nei luoghi affollati, dalle 18 fino alle 6 del mattino, ma non molto sembra essere cambiato rispetto al giorno prima. Come sempre, c’è chi la mascherina la indossa e chi no, chi ha a cuore la propria e l’altrui salute e chi se ne infischia. Giovani, si dice, ma non solo. Tra i “nudi” alla meta della salute ci sono persone di ogni età, anche se le immagini della movida serale rappresentano uno struscio sostanzialmente under 30, apparentemente abbacchiato dal lutto per lo stop alle discoteche.

Ma come vivono gli esercenti quello che giudicano un carico di responsabilità ingiusto nell’impianto e disastroso per l’economia? Male, è ovvio. Non ci stanno a rappresentare il male assoluto passando come brodo di coltura del Coronavirus, per questo le associazioni  hanno già annunciato il ricorso al Tar.

Insomma, non è affatto facile conciliare la tutela della salute pubblica e le norme anti covid con la libera impresa e la sussistenza di tante famiglie che con locali da ballo e discoteche ci vivono. Senza contare che ogni medaglia, d’oro o di latta che sia, ha il suo rovescio, e che quello della chiusura dei locali e dell’obbligo di maschera serale potrebbe innescare o ridare vigore al fenomeno delle feste private, assembramenti che garantiscono ballo e sballo al riparo dall’occhio severo della legge.