Svelata venerdì pomeriggio l’ultima opera dell’artista del colore Franco Summa: la Fanciulla del borgo si affaccia dalla piazza di Borgotufi, l’albergo diffuso realizzato a Castel Del Giudice, in provincia di Isernia, al confine con l’Abruzzo.
Calare un gesto artistico in un contesto urbano non è azione semplice, né tantomeno è cosa da tutti. E non perché l’opera in strada debba per forza armonizzarsi con il mondo circostante – l’arte può e anzi deve avere l’effetto di un capello nella minestra – ma perché stupire con effetti speciali non basta. Bisogna che l’opera in questione, per armonia o disarmonia, appartenga al luogo che la ospita, che riesca a creare un legame alchemico forse misterioso o forse no. Anche creando scompiglio, se necessario, tanto si sa che niente piace a tutti e che l’arte è visone. Una visione a colori, nel caso di Franco Summa, artista che forse Pescara ha tenuto troppo prigioniero sotto l’arco della sua porta del mare, ma che in realtà è stato attivo su tanti altri fronti.
A pochi mesi dalla morte, l’arte di Summa torna impeccabilmente in piazza, e che piazza: un belvedere affacciato su di un mondo che la Fanciulla sembra proteggere con lo sguardo. La Fanciulla del Borgo è l’ultima visione, il testamento artistico di Franco Summa. L’artista del colore si inserisce con un segno forte e gentile nel cuore di Borgotufi, a Castel Del Giudice, un paese provincia di Isernia che mantiene vivo il legame con l’Abruzzo.
Summa ha fatto il bozzetto, ma non ha fatto in tempo a vedere realizzata la sua visione. A curarne l’esecuzione sono stati l’imprenditore molisano Enrico Ricci, che lo ha ricevuto, e Giovanni Tavano, pescarese, amico dell’artista e componente Fondazione Summa. Dopo un lavoro febbrile e attento, ora la La Fanciulla si affaccia sul colle Borgotufi, l’antico insediamento di Castel del Giudice recuperato dallo stesso Ricci e diventato accogliente albergo diffuso.
“Segno, forma, colore, evocazione, La Fanciulla – si legge su Segnonline nell’articolo di Roberto Sala – si presenta come opera conclusiva dell’esperienza simbolica del rapporto tra uomo e ambiente nel segno di quella che è sempre stata la poetica del maestro Franco Summa. L’artista abruzzese, pioniere dell’arte ambientale, attivo nel campo non solo dell’arte ma anche dell’architettura sin dagli anni sessanta e autore di interventi indimenticabili, così ha pensato la sua ultima opera d’arte: ‘Una figura femminile, dai vividi colori. Una Fanciulla, icona tornita di una femminilità ideale che immagino quasi come dea primigenia, tutrice e madre della terra che da quel balcone si domina così ampia’.
Alta 4 metri e 25 più il basamento, La Fanciulla è frutto della sinergia tra amministrazione pubblica, imprenditoria privata e Fondazione Summa. L’opera si inserisce perfettamente nel discorso di riqualificazione e sviluppo dei borghi in chiave culturale.
“Attraverso un lavoro ricco di memoria, la Fanciulla interpreta simbolicamente il luogo, le sue tradizioni e radici ma con sguardo attuale e contemporaneo. La genesi dell’opera e l’intervento di cui oggi possiamo godere a Borgotufi si snoda in un breve periodo di poco antecedente il decesso di Franco Summa. Enrico Ricci, che ha voluto il recupero del pittoresco Borgotufi insieme al fratello Gianfranco e all’imprenditore Ermanno D’Andrea, attraverso una public company in collaborazione con il Comune ha chiesto a Franco Summa, su stimolo e suggerimento del comune amico Franco D’Amico, di progettare un intervento dal carattere monumentale, significante ma poetico allo stesso tempo per questo lembo di terra così affascinante ed emozionante”.
Sebbene già provato nella salute, ma con l’entusiasmo e la passione che l’hanno sempre accompagnato nella sua lunga carriera, Franco Summa ha scritto il 20 gennaio 2020:
“La piazza è un grande spazio bianco, leggermente in declivio, che affaccia sul ‘grande vuoto’ di un panorama ampissimo che spazia per decine di chilometri tutt’attorno senza alcun elemento di prossimità in primo piano. L’essenzialità minimalista della piazza (nuda, vuota, bianca) che affaccia su un enorme panorama anch’esso ‘vuoto’, perché circoncluso solo dalla linea delle montagne tutt’attorno, mi fa pensare che vi occorra un segno gentile e forte allo stesso tempo: una figura femminile, dai vividi colori. Penso che la soluzione creativa ottimale sia riprodurvi, in una idonea scala dimensionale […] una mia Fanciulla, icona tornita di una femminilità ideale che immagino quasi come dea primigenia, tutrice e madre della terra che dal quel balcone si domina così ampia”.
Allo svelamento dell’opera di Summa, avvenuto venerdì pomeriggio, è seguito un convegno sul tema ‘Recupero, arte, comunicazione: per una nuova visione dei borghi’. Sono intervenuti Annalisa Monfreda, direttrice di Donna Moderna; Lucio Zazzara, docente di Urbanistica e presidente del Parco della Majella; lo chef pluristellato Niko Romito e l’imprenditore Enrico Ricci. Il simposio è stato moderato da Maria Stella Rossi, giornalista culturale.
Presente all’inaugurazione anche Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice, già ospite di Rete8 nella puntata de Il lato positivo realizzata in Molise e dedicata alla mela.