Imprese e sindacati d’Abruzzo annunciano mobilitazione contro il metodo di approvazione delle misure economiche anti Coronavirus approvate ieri in Consiglio regionale.
L’atto d’accusa è mosso alla giunta Marsilio e al Consiglio regionale da un pool di sigle che rappresenta la quasi totalità del mondo economico, produttivo e sindacale abruzzese. Uno schieramento variegato e composto da sedici sigle – agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione, piccola e grande industria, servizi, sindacati dei lavoratori – che si vedono tagliate fuori dal confronto con l’esecutivo abruzzese.
“La Regione è sorda al confronto, ora stato di mobilitazione – scrivono in una nota Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl Uil e Ugl – Sono state ignorate le nostre proposte, abbiamo dubbi sulle coperture della legge approvata ieri. Giunta e Consiglio regionale vanno avanti per la loro strada, ignorando un confronto con le forze economiche e sociali che non sia di pura facciata. Una logica cui non è sfuggito neppure il maxi provvedimento varato ieri a Palazzo dell’Emiciclo, preparato nel chiuso delle stanze della politica e i cui effettivi benefici a favore di cittadini e imprese abruzzesi sono tutti da verificare, soprattutto alla luce di coperture finanziarie che paiono incerte e valutati i tempi di erogazione che si annunciano tutt’altro che brevi. Ragioni di metodo e di merito che spingono a dichiarare uno stato di mobilitazione per ripristinare le giuste relazioni di un pezzo importante della società abruzzese. Ragioni di metodo e di merito che spingono a dichiarare uno stato di mobilitazione di un pezzo importante della società abruzzese”.