Scienza e tecnologia sono le facce della stessa medaglia, strettamente legate fra loro a costituire una moneta che serve allo sviluppo di un intero Paese.
I due premi Nobel per la Fisica, l’italiano Carlo Rubbia nel 1984 e l’americano Barry Barish nel 2017 sono concordi. Si sono seduti uno al fianco dell’altro all’auditorium del parco del Castello questa mattina all’inaugurazione dell’anno accademico del Gran Sasso science institute, la Scuola di alta formazione ricompresa nel novero delle scuole superiori universitarie a statuto speciale. Al Gssi dell’Aquila si studiano le stelle e non solo, fucina di internazionalità e di tecnologia.
Un’inaugurazione che è stata una festa questa mattina, con tanti esponenti del mondo accademico e scientifico, come la rettrice Paola Inverardi e il direttore dei Laboratori di fisica del Gran Sasso, Stefano Ragazzi, oltre che il rettore Eugenio Coccia. Tra gli ospiti anche l’ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, che in qualche modo dette l’imprinting alla nascita del Gssi, e anche la commissaria straordinaria per il sisma Paola De Micheli.
Un anno accademico segnato anche da un altro importante evento per la Scuola: la consegna della nuova sede, alla villa comunale, all’interno dell’edificio ex Gioventù italiana del littorio maschile, di proprietà del Consiglio regionale dell’Abruzzo che lo ha ceduto all’ateneo.