Nascerà nell’area in cui sono stati ritrovati, in seguito ad alcuni scavi, i resti dell’antica cattedrale di Amiternum, in località “Campo Santa Maria”, vicino all’anfiteatro romano, un laboratorio didattico e di ricerca.
Un progetto ambizioso che suggella la vocazione dall’aquila come città della cultura, di cui un tassello importante è l’archeologia. Nascerà nell’area in cui sono stati ritrovati, in seguito ad alcuni scavi, i resti dell’antica cattedrale di Amiternum, in località “Campo Santa Maria”, vicino all’anfiteatro romano, un laboratorio didattico e di ricerca dedicato alle discipline storiche, archeologiche e museografiche ma anche a quelle ingegneristiche.
Il progetto è dell’Università dell’Aquila, tappa di un percorso condiviso con la Soprintendenza. L’Università ora ha acquistato questi terreni, sottoposti alla tutela del Codice dei beni Culturali e alla vigilanza dalla Soprintendenza, acquistati da privati per 70 mila euro, con fondi propri dell’ateneo derivanti dalle donazioni dell’8 per mille. Importante anche il contributo economico fornito dal Comune dell’Aquila.
Un’enorme potenzialità per il territorio, d’altra parte il parco archeologico-fluviale era già stato inserito nel piano di ricostruzione approvato dalla passata Giunta. Area però divisa in due da un tronco di strada pericoloso per le auto e i ciclisti. La nuova viabilità è stata progettata, finanziata e appaltata dall’Anas ma un ricorso sulla presenza di una particella di presunto uso civico ne ha bloccato la realizzazione.