Sono gli anziani la fascia sociale più debole di una città come L’Aquila che ha perso i suoi punti di riferimento, le piazze e le botteghe, le relazioni di vicinato dopo il terremoto del 2009.
Centinaia di anziani che prima del terremoto frequentavano i centri sociali della città e delle frazioni si sono ritrovati all’improvviso senza luoghi d’incontro, disorientati. Al passeggio e alla socializzazione si è sostituita la solitudine dei nuovi quartieri del progetto Case e dei villaggi map, lontani tra loro e mal collegati rispetto ai nuovi centri nevralgici in cui si è riorganizzata la città. Nei progetti Case non ci sono negozi o centri di socializzazione, solo panchine e piccoli parchi giochi diventati nel tempo sostituti di quelle che erano le piazze e i parchi della città.
Una prima risposta alle esigenze degli anziani e delle loro famiglie – in una città che conta 16mila persone con più di 60 anni – è arrivata tre anni fa con l’apertura del Centro servizi per anziani del Comune, intitolato al “Cardinale Corradino Bafile”, nella sede dell’ex Onpi, in grado di ospitare 40 anziani non autosufficienti e 36 autosufficienti, che hanno nel complesso un’età media di 90 anni. Finalmente oggi l’inaugurazione del parcheggio, mentre entro l’anno prossimo è prevista l’apertura anche del centro per Alzheimer, che ospiterà 12 persone e sarà gestito dalla Asl. Diverse, però le proteste da parte di famigliari di persone ospitate nella struttura, che lamentano un’assistenza non proprio efficiente.