Liquami in mare: balneatori pronti a denunciare Aca

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I balneatori di Pescara si dicono pronti denunciare l’Aca per lo sversamento di liquami di ieri in mare.

Intorno alle 5 di ieri, un corto circuito aveva messo fuori servizio una delle elettropompe della Golena, causando il blocco dell’impianto di sollevamento e determinando uno sversamento nel fiume. Lo aveva comunicato l’ACA, precisando che il danno è stato riparato in venti minuti grazie al pronto intervento di una squadra di manutenzione dell’Azienda. Il Comune ha disposto comunque un divieto temporaneo di balneazione per 48 ore. E il sindaco Alessandrini è stato chiaro: “Questa è una situazione che va chiarita e sarà affrontata al più presto con i vertici dell’ACA, ribadendo che l’efficienza di un’azienda, specie se pubblica, non si misura solo in termini di risparmi di bilancio, ma va calibrata anche su come tali risparmi vengono impiegati per garantire la funzionalità piena e costante di impianti così determinanti per la città e il suo ecosistema”.

Sul piede di guerra i balneatori che sono pronti a denunciare l’ACA.

Il coordinatore provinciale dei balneatori aderenti alla Fiba Confesercenti, Mario Troisi, afferma in una nota:

“Lunedì daremo mandato all’ufficio legale di verificare se sussistono le condizioni per denunciare l’Aca ed a chiedere risarcimento danni dopo l’ennesimo guasto agli impianti pescaresi. È giunto il momento che anche le società partecipate si prendano le loro responsabilità. È chiaro che il presunto risanamento vantato dai nuovi vertici Aca è stato compiuto fermando interventi indispensabili – aggiunge – e sembra fin troppo facile risanare i bilanci in questo modo. Lunedì verificheremo con l’ufficio legale tutte le azioni da mettere in campo a tutela dei balneari”.

E lunedì anche Confcommercio e Sindacato Italiano Balneari, con i rispettivi avvocati, valuteranno la situazione.

“Faremo valere legalmente gli interessi della categoria per fare fronte a un problema che danneggia fortemente il settore, oltre all’immagine della città”, ha spiegato Riccardo Padovano presidente Sib Confcommercio. “Chiederemo i danni a chi è responsabile di tale situazione, è incredibile che si rompa una pompa di sollevamento e non ci sia un meccanismo di emergenza pronto ad attivarsi per evitare gli sversamenti, o qualcuno capace di gestire l’emergenza facendo funzionare di più le altre pompe dell’impianto senza sversare. E’ come se in una sala operatoria andasse via la corrente e non si attiva l’impianto elettrogeno di emergenza per proseguire gli interventi. Per noi è un danno incalcolabile, che arriva in una settimana in cui stavamo vivendo una leggera ripresa, per di più alla vigilia di Ferragosto: ci vediamo punto e a capo con un divieto di balneazione, seppure temporaneo, che il sindaco è stato costretto ad emettere per uno sversamento, dopo tutti gli interventi fatti per combattere l’inquinamento e gli sforzi per riacquistare fiducia verso il nostro mare. Ripeto, è inaccettabile che per una pompa di sollevameto si danneggi il litorale di una intera città, per questo chiedo – conclude Padovano – al presidente della Regione Luciano D’Alfonso di intervenire, perché è un danno a Pescara e all’Abruzzo”.

Interviene pure l’Associazione “Pescara Mi Piace“, per bocca di Armando Foschi, per chiedere campionamenti straordinari urgenti:

“Per capire, di nuovo, l’entità dell’inquinamento del mare di Pescara, chiedendo che l’Arta venga supportata, almeno in questo ultimo scorcio d’estate, da un altro Ente accreditato, al fine di dare certezze e trasparenza a cittadini e imprenditori del mare. Vorremmo capire quale impianto sia saltato, visto che a Pescara ci sono due golene, quella Nord e quella Sud, ma evidentemente all’Aca non lo sanno. In secondo luogo, chiediamo come sia possibile che nel 2016, dopo aver speso milioni di euro per i lavori di rifacimento delle condotte del famoso DK15, progetto che il sindaco Alessandrini ha ereditato bello e confezionato, e pure finanziato, dalla giunta di centrodestra, oggi si scopre che né il sindaco Alessandrini, né il suo assessore ai Lavori pubblici, hanno pensato di pretendere la previsione di un generatore d’emergenza – conclude Foschi – pronto a entrare in funzione proprio nei casi d’emergenza”.