Almeno una volta, nella vita, bisognerebbe vedere il mare, diceva qualcuno: oggi, per la prima volta, è accaduto alla signora Rosa, 89 enne trentina che ha esaudito il suo sogno a Pescara.
Un Lunedì dell’Angelo decisamente particolare e indimenticabile per la signora Rosa (nome di fantasia, ci ha chiesto cortesemente di mantenere la sua “privacy”). La incontriamo lungo la battigia della costa pescarese (foto di repertorio), ci saluta e si ferma a parlare. Ci chiede informazioni: “Ma dall’altra parte c’è la Jugoslavia?” Per lei tale è rimasta. Le chiariamo un po’di cose e lei ci racconta la sua esperienza che sembra un film. Rosa è nata in Trentino, sposata e rimasta vedova è stata accolta in una casa di riposo. I due figli vivono all’Estero e tornano quando possono. Rosa aveva una merceria, molto frequentata, ci dice, ed un sogno, sin da bambina: vedere il mare. Le vicissitudini di una vita movimentata glielo hanno impedito, ma alla soglia dei 90 anni è riuscita a realizzare quella che sembrava una chimera. Una sua amica ha preso carta e penna e ha scritto ad alcuni parenti alla lontana che, ironia della sorte, si erano traferiti nel Pescarese. Quest’anno doppia sorpresa: i figli di Rosa l’hanno caricata in macchina e dalle montagne del Trentino sono scesi fino all’Adriatico selvaggio (beh, non troppo). Le chiediamo, noi che il mare lo vediamo ogni giorno, che emozione ha provato di fronte al mare: lei ci guarda, ci sorride e ci dice: “Ora posso andarmene in pace, se questo è il Paradiso”. Noi le auguriamo invece che possa tornare presto, e lei respira e ci dice: “Ma voi tutti i giorni sentite questo profumo?” “Quasi, signora Rosa. È salsedine. Sa, noi spesso non ci facciamo nemmeno caso, siamo abituati”. “Sono le lacrime di Dio, – ci spiazza lei – non maltrattate il mare, non maltrattate la piscina di Dio, ci scherza su”. “Mi fate un favore? – prosegue – Mi riempite questa bottiglia, voglio portare un pezzetto di mare con me”. “Ma certo!” Le rispondiamo. Poi l’accompagnamo assieme ai suoi parenti sul lungomare, tra le bancarelle e le doniamo i souvenir più caratteristici della marina. Rosa è particolarmente colpita da un moscone verde in miniatura con la scritta “Auà”, tipico termine pescarese che le traduciamo con “guarda che meraviglia”. Rosa ride e ci saluta guardando il mare e ripetendo “Auà!” Già si sente un po’ Pescarese. E i Pescaresi lo sanno bene, non chiedono la carta di identità: chiunque viene o resta in città pescarese lo diventa. È il mare che si e ci apre al mondo. Questa sarà una Pasquetta che nonna Rosa non dimenticherà e nemmeno noi. La meraviglia della vecchina di fronte al mare è quella che dovremmo avere noi ogni giorno. Rispettarlo il mare che come le lacrime e il sudore è, poi, il sale della vita. La fatica che un’alba sulla spiaggia può contribuire, seppure per poco, a spazzare via. E ricominciare, come le onde che non si arrendono mai. Grazie, signora Rosa. Buona Pasquetta, a tutti voi cari Abruzzesi: lupi di mare o di montagna. 🙂