Sono tante le gru che si stanno ancora alzando in corrispondenza dei cantieri nel centro storico dell’Aquila.
Ma molte sono anche quelle che piano piano si stanno dismettendo, a testimoniare che – al netto dei ritardi della fase dell’emergenza e del commissariamento e della messa a punto della macchina organizzativa – la ricostruzione procede e i palazzi ricostruiti o restaurati vengono riconsegnati alla cittadinanza.
Se poi verranno ripopolati lo sapremo presto, ma è un’altra storia. La città, quella fatta di pietre, sta cambiando volto. Tra i 300 cantieri attualmente attivi in centro storico ce ne sono molti che riguardano aggregati vincolati privati. Dal 2011 a oggi la Soprintendenza ha approvato circa 180 aggregati vincolati che costituiscono la quasi totalità del centro storico per quanto riguarda il patrimonio privato, per un importo complessivo di 600 milioni di euro.
A fare il bilancio sulla ricostruzione nel cuore della città è la soprintendente unica per “l’Archeologia, le belle arti e il paesaggio per L’Aquila e il cratere”, Alessandra Vittorini, intervenuta ieri proprio in occasione della riconsegna di uno dei palazzi più belli dell’Aquila: palazzo Ciavoli-Cortelli, un gioiello architettonico tornato a nuova vita come già è accaduto nei mesi scorsi per diversi altri, come palazzo Leli a piazza Chiarino, palazzo Ciolina lungo Corso Umberto, palazzo Pica Alfieri in via Bafile, palazzo Fibbioni (sede del Comune) in via San Bernardino, solo per fare qualche esempio.
Il servizio del Tg8: