Quella dell’8 marzo è una data simbolica che nel corso degli anni è diventata un’ occasione per riflettere, ricordare e fare il punto sulle conquiste sociali, culturali delle donne ma anche per sottolineare le enormi disparità di genere ancora presenti.
Le disuguaglianze economiche e sociali costituiscono uno degli aspetti essenziali del modello sociale che si sta consolidando nel nostro Paese. Il divario di genere globale ha evidenziato che su 149 paesi l’Italia si colloca al 70 posto. Ad incidere negativamente la condizione delle donne nella partecipazione alla vita economica. Ancora oggi le donne vengono pagate meno degli uomini e faticano ad avere una carriera continuativa, dovendo spesso decidere tra il lavoro e la cura della famiglia.
E proprio in occasione dell’8 marzo le lavoratrici ed i lavoratori precari della sanità abruzzese aderenti all’USB, hanno manifestato stamani sotto gli uffici dell’Assessorato regionale alla Sanità in via Conte di Ruvo per chiedere la chiusura delle cooperative al servizio delle strutture pubbliche sanitarie. La salute, ha affermato Giovanna Cecamore dell’USB, non si appalta. E’ stata chiesta una maggior dignità per i precari del settore. Una delegazione dell’Unione Sindacale di Base è stata ricevuta informalmente dal neo Assessore Regionale alla Sanità, Nicoletta Verì per informarla sul trattamento dei lavoratori delle cooperative e le disparità che sono costretti a subire. L’esponente regionale si è detta disponibile ad un nuovo incontro dopo che avrà visionato i documenti. Il perverso meccanismo dell’ esternalizzazione degli appalti, è stato detto, deve essere interrotto così come si deve porre un freno agli affidamenti esterni che hanno determinato un forte abbassamento dei livelli qualitativi dei servizi forniti.