Addio alla via della movida più amata dagli aquilani. O meglio, arrivederci: da gennaio e per diversi mesi via Garibaldi chiude i battenti. Passerà anche qui il grande cantiere dei sottoservizi, il tunnel intelligente e a misura d’uomo entro cui passeranno i cablaggi di elettricità, acqua e fibra ottica.
Il mega appalto da 80 milioni di euro suddiviso in quattro lotti, dei quali è in corso il primo stralcio. In via Garibaldi hanno riaperto nel giro di un solo anno decine di attività commerciali, locali serali e ristoranti per lo più, che animano le serate del giovedì universitario e dei weekend, dato che è una delle strade in cui la ricostruzione si può dire conclusa: decine le famiglie tornate a vivere nei palazzi ristrutturati, eccetto uno, stretto nella morsa della burocrazia (ma questa è un’altra storia).
Insomma si va verso un inverno di nuovi disagi per i commercianti e i residenti del centro storico cittadino, anche se la Gran Sasso Acqua, stazione appaltante dei sottoservizi, intende procedere per piccoli segmenti di strada, in modo da riaprire le parti che verranno via via concluse e ridurre al minimo i danni ai commercianti. Si inizierà il 9 gennaio con il completamento del tratto di corso stretto ancora mancante, quello che si ferma a piazza Regina Margherita all’altezza di via Garibaldi. Finito questo tratto, si inizierà a scavare verso Porta Castello. Intanto, però, spuntano nuovi guai per i lavori dei sottoservizi: il Tar ha dichiarato, infatti, illegittima l’aggiudicazione dei lavori all’Ati Frezza, annullando di fatto la determina dirigenziale della Gran Sasso Acqua, e ha disposto il subentro della Delta Lavori Spa, ditta laziale che si era aggiudicata il secondo posto nella gara. “Anche perché – scrivono i giudici – il contratto “risulta stipulato solamente nei primi giorni di ottobre 2016, ancora in gran parte da eseguire, con la conseguenza che l’eventuale inefficacia di esso non comprometterebbe l’interesse pubblico alla celere esecuzione dell’opera”.
Che ci saranno rallentamenti è molto probabile, perché c’è a questo punto da aspettarsi che le imprese Frezza presentino ricorso al Consiglio di Stato: se così fosse, il responsabile unico del procedimento non avrebbe altra scelta che sospendere i lavori, fino alla pronuncia definitiva del Tar.
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