Dopo la fumata nera nel tavolo ministeriale a Roma sulla Thales di Chieti, con l’azienda che conferma la chiusura, i lavoratori occupano lo stabilimento teatino.
Si aggrava la vertenza Thales, con l’esito negativo per il futuro dello stabilimento di Chieti emerso dall’ incontro che si è svolto ieri al Ministero dello Sviluppo Economico. La direzione aziendale, davanti ai rappresentanti del Governo, dei sindacati nazionali e territoriali, e del vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, ha confermato la decisione di ridimensionare fino alla chiusura l’unità operativa di Chieti Scalo, senza offrire alcuna garanzia. Una doccia fredda per gli oltre 90 lavoratori e per i sindacati, non disponibili a soluzioni di ripiego che determinerebbero uno “spezzatino” tra Chieti e Firenze e che decreterebbero la fine dello stabilimento in Abruzzo. Inoltre, l’azienda, ha annunciato che metterà in vendita lo stabilimento di Chieti Scalo.
“Rimarremo qui a oltranza, passeremo la Pasqua in fabbrica e non demorderemo – spiega Mario Pierdomenico, RSU Thales – per il quale è impensabile il trasferimento dei lavoratori da Chieti a Firenze e la fine, quindi, dello stabilimento di Chieti Scalo”.
A lui fa eco il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, che stamani ha incontrato i lavoratori fuori dalla fabbrica teatina e assicura l’impegno della Regione affinché si trovino soluzioni per gli oltre 90 dipendenti.