Il 30 novembre il comandante dei vigili urbani Ernesto Grippo lascerà il comando dell’Aquila, al termine del suo secondo mandato in una città particolare, in cui alle normali attività di controllo e sicurezza si aggiunge anche un compito forse unico in Italia.
Quello di indagare insieme alle forze di polizia e su richiesta della Procura della Repubblica, su tutte le storture del post sisma: dagli abusi edilizi ai contributi illeciti per l’assistenza alla popolazione, dagli indennizzi non dovuti per ricostruire fino al rischio di infiltrazioni criminali. La chiave di volta investigativa è costituita da un metodo ormai collaudato da mesi, quello che consente d’incrociare i dati tra la residenza formale di chi riceve contributi e la dimora abituale, grazie all’immenso materiale disponibile nelle diverse banche dati (del Comune, dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, dell’Agenzia delle entrate).
Sono migliaia le pratiche analizzate dal pool di investigatori che indagano sul post-sisma, un lavoro enorme che avrebbe bisogno di un numero maggiore di agenti rispetto ai 54 attualmente assunti (dei quali, tra l’altro, operativi soltanto una trentina al giorno). Per Grippo in una città come L’Aquila servirebbero almeno cento agenti, necessari anche per un altro importante lavoro: quello per scovare decine di casi di abuso edilizio, diventati un vero e proprio problema in tutto il territorio comunale.
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