Si è aperto, ma è stato rinviato per la quarta volta, dopo che il tribunale ha preso in esame e rigettato le richieste della difesa, il processo con giudizio immediato a carico del rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico.
D’Amico, lo ricordiamo, è imputato per aver svolto il doppio incarico di rettore dell’ateneo teramano e di presidente del cda dell’Arpa Spa (e successivamente della Tua) e per due casi peculato in concorso con altri due docenti, Stefano Traini, preside della Facoltà di Scienze della comunicazione e Mauro Mattioli, oggi direttore generale dell’Izs Caporale di Teramo. Proprio relativamente al capo di imputazione nei confronti di quest’ultimo, si è giocato il primo confronto tra il tribunale presieduto dal giudice Franco Tetto e la difesa, rappresentata dagli avvocati Renzo Di Sabatino e Tommaso Navarra. I legali hanno rilevato un errore nel capo di imputazione laddove, nel contestare a Mattioli la illecita riscossione dell’indennità di risultato per il doppio ruolo all’interno dell’ateneo, gli si attribuisce l’incarico di docente e quello di direttore generale della Fondazione universitaria, ruolo quest’ultimo che non hai mai rivestito, essendo piuttosto diventato successivamente direttore amministrativo dell’ateneo, in compatibilità con quanto previsto dalla legge. I giudici hanno rigettato la richiesta della difesa di proscioglimento immediato sulla base della documentazione agli atti e hanno aggiornato il processo a novembre.