Ora c’è l’incubo maltempo a rendere disagevole la vita nelle tendopoli dei paesi terremotati, dove i volontari della Protezione civile lavorano senza sosta per rendere il più possibile vivibile una situazione di emergenza.
Di emergenza come può essere la vita in un campo, dove si condivide uno spazio piccolo fra decine di persone, gli ambienti privati sono ridotti al minimo e per fare una doccia o pranzare si deve uscire all’esterno. Nelle due tendopoli di Accumoli, gestite dalla Protezione civile abruzzese con 40-50 volontari esperti, è tutto pronto per far fronte alla pioggia e al freddo, ma le tende dovranno essere lasciate al più presto, come spiega il responsabile della Sala operativa Silvio Liberatore.
La protezione civile è impegnata anche in Abruzzo, dove ci sono cinque Comuni più prossimi all’epicentro del sisma del 24 agosto, in cui è fondamentale il supporto per l’assistenza alla popolazione con strutture di ricovero: tende, tensostrutture, brandine, materassi e coperte. Almeno 800 i cosiddetti “effetti lettiferi” di cui i sindaci hanno fatto richiesta per tutti e cinque i Comuni. Ma qual è intanto la situazione dei piani di protezione civile dei 305 Comuni abruzzesi?
Sono tre quelli che ancora non si allineano alle normative e alle leggi, e sono Arielli, Civitaruparella e Rosello, tutti in provincia di Chieti, spiega la responsabile della pianificazione di emergenza della Protezione civile.