In otto anni il Programma Ipa Adriatic ha finanziato 102 progetti per un totale di 243 milioni di euro, progetti che vanno dal turismo all’agricoltura, dalle opere pubbliche ai rifiuti, dalla pesca al patrimonio culturale.
Una varietà di interventi – quelli che rientrano nei programmi di cooperazione territoriale europea – finanziati con i fondi europei che, però, spesso finiscono nell’imbuto delle irregolarità o, peggio, delle frodi, in molti casi agevolate anche dal complicato iter burocratico che i Paesi europei devono seguire per accedere ai fondi. Per la gran parte delegati alle autorità nazionali o regionali dei Paesi europei, dunque gestiti a livello locale. Irregolarità nelle quali s’incappa anche in buona fede, proprio perché l’accesso ai programmi ha bisogno di conoscenze specifiche, e che possono essere evitate con una maggiore semplificazione alla quale l’Europa sta lavorando, grazie anche all’impegno dei Paesi interessati.
Ci sta pensando, ad esempio, l’Autorità di gestione del Programma Ipa Adriatic, guidata da Paola Di Salvatore per la Regione Abruzzo, insieme al Nucleo antifrode della Guardia di finanza, tramite un ciclo di seminari sulla “Prevenzione e il contrasto delle irregolarità e delle frodi nei programmi di cooperazione territoriale europea”. La parola d’ordine è: prevenire le frodi e abbattere le irregolarità. Alla Guardia di Finanza dell’Aquila un convegno conclusivo con tanti ospiti, tra cui il comandante generale delle Fiamme Gialle Giorgio Toschi, l’europarlamentare Michela Giuffrida e il presidente del consiglio regionale di Tirana, Aldrin Dalipi. I Paesi partecipanti al programma Ipa Adriatic sono Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Sloveina e Serbia. Il primo passo per la lotta alle frodi è la buona gestione dei fondi europei. Questo è emerso nel dibattito, come spiega la responsabile dell’autorità di gestione del Programma Ipa Adriatic alla Regione, Di Salvatore.
Per combattere le frodi gli Stati membri devono realizzare sistemi di gestione e di controllo per garantire la sana gestione finanziaria, la trasparenza e la non discriminazione. L’Italia è uno dei Paesi che ha dimostrato di essere in grado di scoprire e denunciare le frodi e le irregolarità. E’ il settore dell’agricoltura uno di quelli più critici per numero di irregolarità.
Il settore agricolo ha registrato quasi il 60% del totale delle irregolarità, mentre a livello d’impatto finanziario l’incidenza predominante (l’80%) si è verificato nel settore dei fondi strutturali. L’Italia è un Paese in controtendenza, perché risulta quello che ha registrato il più alto numero di segnalazioni di irregolarità e frodi e, di conseguenza, di azioni giudiziarie adottate per correggere tali incongruenze. Un Paese, l’Italia, che ha messo in campo più iniziative per prevenire irregolarità nelle procedure per ottenere i fondi o nel loto utilizzo. E infatti, nell’ultimo biennio, sono stati recuperati oltre 60 milioni di euro, mentre sono diminuiti – e continuano a decrescere – i casi di irregolarità e frodi rispetto al 2013.